Microbiota intestinale ed obesità

Il microbiota intestinale può aiutarci nella gestione dell’obesità?

Ogni essere umano è dotato di una flora batterica intestinale, o microbiota intestinale unico, composto da diverse specie di batteri che svolgono molte funzioni specifiche come il metabolismo dei nutrienti, il mantenimento dell’integrità strutturale della mucosa intestinale, l’immunomodulazione e la protezione contro i patogeni. In realtà il microbiota è costituito non solo da batteri ma anche da funghi e virus, in tutto circa 1100 specie diverse che pesano sulla bilancia di ciascuno di noi circa 1,5 kg.

Il microbiota differisce tra gli individui a causa dei diversi enterotipi, del livello di indice di massa corporea (BMI), della frequenza di attività fisica, dello stile di vita e delle abitudini culturali e alimentari. Studiare il microbiota intestinale e capire come la sua alterazione possa influire su determinate patologie, tra cui sovrappeso ed obesità, è quindi essenziale per sviluppare nuove strategie terapeutiche mirate.

Microbiota intestinale
Figura 1 – Microbiota intestinale [Fonte: epateam.org]

Microbiota intestinale e controllo del peso

In un recente studio di Dimitrios N. Sidiropoulos e colleghi della University of Minnesota (USA) pubblicato recentemente sulla rivista Animal Microbiome è stato dimostrato che, modelli di topi germ-free riceventi trapianto fecale da primati non umani selvatici hanno mostrato un minore aumento di peso nonostante la dieta a scarso contenuto di fibre rispetto ai modelli di topi riceventi il trapianto fecale da esemplari di primati cresciuti in cattività, indipendentemente dal loro regime alimentare.

Disegno dello studio (a), configurazione sperimentale (b), efficacia del trasferimento del microbiota (c).
Figura 2 – Disegno dello studio (a), configurazione sperimentale (b), efficacia del trasferimento del microbiota (c). Abbreviazioni: Captive High (CH), Captive Low (CL), Wild High (WH), Wild Low (WL), Wild FMT Donor pool (WD), Captive FMT Donor pool (CD) [Fonte: Dimitrios N et al Animal Microbiome 2,16; 2020]

Risultati dello studio:

  • Il gruppo WH (topi con trapianto di microbiota selvatico selvatici e dieta ad alte fibre) non ha registrato un significativo aumento di peso al termine dello studio rispetto alla condizione di partenza prima del trapianto.
  • Di contro, il gruppo CL (trapianto di microbiota da “cattività” e dieta a basse fibre) ha mostrato l’aumento ponderale più consistente. L’analisi statistica (Two-way ANOVA) ha inoltre sottolineato come il trapianto e quindi il microbiota, più che la dieta, sia il fattore più impattante sul peso.

Microbioma “da cattività” vs microbioma “selvatico”

Dai risultati dello studio emerge come il microbiota “da cattività”, un microbiota più simile al microbiota intestinale umano moderno, può causare aumento di peso indipendentemente dal contenuto di fibre alimentari, mentre il microbiota “selvatico” , con più alte concentrazioni di Coprococcus, SMB53 e Bacillus, Actinotalea e Clostridium, può impedire parzialmente ai topi di ingrassare se esposti a un basso contenuto di fibre nella dieta.

La dimostrazione che il microbiota intestinale può influenzare il peso in modo maggiore rispetto alle fibre, come invece si credeva, ci permette di ipotizzare che manipolare la componente batterica potrebbe essere una valida strategia nel ridurre le problematiche di sovrappeso-obesità e che lo studio del microbiota intestinale può davvero aiutarci nella gestione di queste patologie.

Microbiota intestinale “povero” ed obesità

Un’ ulteriore studio effettuato sugli umani e pubblicato sulla prestigiosa rivista Nature va in questa direzione. Nello studio è stato evidenziato come sia la composizione del microbiota sia la sua diversità siano importanti. Avere una flora intestinale batterica “povera” verrebbe associata all’obesità. Nello studio è stato analizzato il microbiota intestinale di 169 persone obese e di 123 non obese ed è emerso che un quarto dei soggetti aveva una debole diversificazione di batteri intestinali. Tra loro, l’80% dei soggetti era obeso.

Conclusioni

Il microbiota intestinale e la sua diversità sembrano promuove l’aumento di peso. Manipolare opportunamente il microbiota intestinale dei soggetti a rischio di obesità sembrerebbe essere quindi una valida alternativa clinica che potrebbe rivoluzionare la strategia terapeutica nei pazienti obesi con o senza comorbidità.

Fonti:

  • What is the Healthy Gut Microbiota Composition? A Changing Ecosystem across Age,Environment, Diet, and Diseases Rinninella et al. Microorganisms 2019 Jan 10;7(1):14
  • Wild primate microbiomes prevent weight gain in germ-free mice Dimitrios N et al Animal Microbiome volume 2, Article number: 16 (2020) )
  • Richness of human gut microbiome correlates with metabolic markers Le Chatelier et al. Nature, Août 2013, 500, p. 541–546.
  • www.microbioma.it

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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino e scrivo per Microbiologia Italia. Mi sono laureato a Messina in Biologia con il massimo dei voti ed attualmente lavoro come microbiologo in un laboratorio scientifico. Amo scrivere articoli inerenti alla salute, medicina, scienza, nutrizione e tanto altro.

2 commenti su “Microbiota intestinale ed obesità”

  1. Buongiorno , molto interessante , come è possibile arruolarsi in studi di sperimentazione clinica sull’argomento obesità e microbiota?
    Grazie

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