La meditazione influisce sul microbiota?
Nella ricerca scientifica recente si è dimostrato che esiste una forte interrelazione tra il microbiota intestinale e le funzioni cerebrali, definita asse intestino-cervello. Il microbiota intestinale è composto da un insieme di microrganismi che colonizzano l’intestino e svolgono importanti funzioni nella digestione, nell’immunità e nella sintesi di nutrienti. Inoltre, la meditazione come esercizio mentale interiore ha dimostrato di avere un impatto positivo sulla salute psicofisica. Tuttavia, pochi studi hanno esaminato il microbiota intestinale che consegue a una meditazione profonda a lungo termine. Il meccanismo attraverso il quale la meditazione possa influenzare il microbiota intestinale è un ambito che merita di essere indagato.
Lo studio sui monaci buddisti
Per questo motivo, un gruppo di ricerca multicentrico cinese e pakistano ha voluto indagare gli effetti a lungo termine della meditazione profonda sulla struttura del microbioma intestinale. L’obiettivo è stato quello di verificare l’ipotesi che la meditazione possa regolarne l’omeostasi e, in tal modo, influire sulla salute fisica e mentale.
Lo studio, pubblicato su General Psychiatry, si è concentrato sui monaci buddisti dei templi Qiongke, Jiaqu ed Ezhi, i quali praticavano la meditazione profonda da diversi anni. Sono stati confrontati con un gruppo di controllo composto da individui residenti vicini ai templi. La selezione è stata effettuata in base a età, sesso, fumo, consumo di alcol e con una dieta simile a quella dei monaci.
Il microbiota dei monaci dopo la meditazione
Per esaminare la flora intestinale, è stato eseguito il sequenziamento genico del 16S rRNA su campioni fecali di entrambi i gruppi. Gli indici di diversità α e β hanno fornito solide prove che il microbiota intestinale del gruppo di meditazione differiva significativamente da quello dei soggetti di controllo. A livello di genere, Prevotella, Bacteroides, Dialister, Roseburia e Faecalibacterium erano predominanti in entrambi gruppi, ma nei monaci risultavano significativamente arricchiti Prevotella e Bacteroides. Prevotella ha mostrato, in studi precedenti, di essere molto più abbondante nei controlli sani rispetto a pazienti con disturbo depressivo maggiore. Inoltre, è stata dimostrata una significativa riduzione di Prevotella nei campioni fecali di bambini autistici. Bacteroides uniformis CECT 7771 ha mostrato, in uno studio sui topi, impatto positivo sulla risposta di ricompensa cerebrale, sul miglioramento del comportamento bulimico e sull’ansia.
L’analisi Linear discriminant analysis Effect Size
L’analisi LEfSe (Linear discriminant analysis Effect Size) è stata poi impiegata per identificare le differenze di comunità microbiche intestinali tra i due gruppi. L’analisi ha messo in evidenza nel gruppo dei monaci un arricchimento significativo di altri due generi batterici benefici: Megamonas e Faecalibacterium. Il primo è stato associato in uno studio del 2019 a tutti i tratti psicocognitivi misurati, mentre Faecalibacterium è risultato, in due diversi lavori precedenti, essere significativamente ridotto nei pazienti con disturbi d’ansia rispetto a controlli sani. Inoltre è stato associato a una qualità superiore della vita, coerentemente con i risultati del nostro studio.
L’analisi Phylogenetic Investigation of Communities by Reconstruction of Unobserved States
L’analisi PICRUSt (Phylogenetic Investigation of Communities by Reconstruction of Unobserved States) è stata poi utilizzata per prevedere la funzione del microbiota intestinale. L’analisi predittiva funzionale ha dimostrato che diversi pathway, tra cui quelli di biosintesi dei lipopolisaccaridi e di biosintesi e metabolismo dei glicani, erano significativamente aumentati nel gruppo di meditazione. Questi pathway sono legati ad attività antinfiammatorie e potrebbero essere coinvolti nel miglioramento della salute fisica e mentale.
Inoltre, sono stati valutati gli indici biochimici nel plasma. I risultati hanno mostrato che i livelli plasmatici di fattori di rischio clinico, incluso il colesterolo totale e l’apolipoproteina B, erano significativamente diminuiti nel gruppo di meditazione. Questo suggerisce che la meditazione potrebbe ridurre il rischio di malattie cardiovascolari, in accordo con un recente studio che ha dimostrato che la meditazione offre un proteoma plasmatico protettivo, può compensare l’obesità e ipertensione e ridurre la variabilità della frequenza cardiaca.
Conclusioni
Questo è il primo studio a valutare la potenziale regolazione del microbiota intestinale umano da parte della meditazione profonda praticata per lungo tempo (diversi anni). I risultati ottenuti forniscono nuovi indizi su come questa pratica possa ridurre il rischio di ansia e depressione, migliorando la funzione immunitaria attraverso la regolazione del microbiota intestinale e la sua azione attraverso l’asse intestino-cervello.
Inoltre, il profilo dei marcatori biochimici nei soggetti studiati indica che la meditazione può ridurre il rischio di malattie cardiovascolari. Questi risultati potrebbero avere importanti implicazioni per la prevenzione e il trattamento di malattie legate allo stress e all’infiammazione, come l’ansia, la depressione e malattie cardiovascolari. Tuttavia, sono necessari ulteriori studi per confermare questi risultati. Bisogna inoltre comprendere il meccanismo attraverso il quale la meditazione influisce sul microbiota intestinale e sulla salute fisica e mentale.
Fonti
- https://microbioma.it/gastroenterologia/la-meditazione-profonda-migliora-il-microbiota-intestinale/