Mangiare bene: perché? A trarne beneficio non è solo la nostra salute intestinale, ma anche la nostra giovinezza, fisica e mentale. L’invecchiamento e l’evoluzione di patologie croniche rappresentano processi multifattoriali che coinvolgono diversi eventi causativi, tra cui lo stress metabolico, uno stato infiammatorio, lo stress ossidativo a livello cellulare e disfunzioni mitocondriali. Una nuova relazione tra il microbiota intestinale e la funzionalità cerebrale ha dimostrato come una variazione nella diversità microbica sia associata con una maggiore o minore progressione del processo di invecchiamento.
Uno studio recentemente pubblicato su Scientific Report da un gruppo di ricercatori canadesi della McGill University ha dimostrato come formulazioni probiotiche o simbiotiche siano in grado di estendere la longevità in individui maschi del conosciuto moscerino della frutta, Drosophila melanogaster. Entrambe queste formulazioni sembrano migliorare i valori dei marcatori di stress metabolico agendo direttamente a livello delle vie di insulina-resistenza e di regolazione metabolica.
L’invecchiamento è associato ad un insieme di eventi scatenanti, tra i quali hanno un ruolo determinante la genetica, l’influenza ambientale ed eventi stocastici, che insieme contribuiscono a determinare un accumulo di danni nel tempo.
E’ noto che una specifica composizione del microbiota intestinale è associata ad un sano invecchiamento. Pertanto, una dieta a base di probiotici e prebiotici potrebbe aiutare e prevenire l’insorgenza di patologie croniche che ne sono alla base. Infatti, durante l’invecchiamento, i soggetti presentano un decremento nel phylum dei Firmicutes, un incremento dei Bacteroidetes ed un aumento delle specie batteriche pro-infiammatorie Proteobacteria. Precedenti studi hanno confermato una generale diminuzione del livello degli acidi grassi a corta catena (SCFAs) negli anziani, la quale è correlata con uno stato infiammatorio ed una disregolazione del tessuto adiposo.
Drosophila melanogaster è considerato un buon organismo modello per lo studio di meccanismi di longevità e per ottenere una migliore comprensione del ruolo di una terapia probiotica nel processo dell’invecchiamento, dato il suo breve ciclo vitale e la sua facile malleabilità in laboratorio.
Normalmente, il ciclo vitale di Drosophila è di 40 giorni. Negli esperimenti effettuati dagli studiosi sono state programmate due terapie probiotiche differenti, in confronto con una dieta controllo:
- Una formulazione probiotica, composta da microorganismi benefici per la flora intestinale, comprendente tre ceppi batterici Lactobacillus plantarum, Lactobacillus fermentume Bifidobacteria longum
- Una formulazione simbiotica contenente una combinazione tra la coltura probiotica precedentemente descritta ed un mix prebiotico, fonte di oligosaccaridi, chiamato TFLA (Emblica officinalis, Terminalia bellirica and Terminalia chebula).
I risultati ottenuti hanno dimostrato un prolungamento significativo dell’arco di vita di Drosophila rispettivamente di 16 e 24 giorni per il primo ed il secondo trattamento (Fig.1).

Allo stesso tempo, le analisi dei parametri metabolici, come la via di segnale dell’insulina, il metabolismo degli acidi grassi ed i marker infiammatori hanno subito un miglioramento per moscerini alimentati con la formulazione simbiotica.
Il graduale accumulo di stress ossidativo è un parametro distintivo per l’invecchiamento e i risultati ottenuti al riguardo hanno dimostrato un considerevole alleviamento di questi valori.
In Drosophila, così come in altri organismi superiori, la composizione della flora intestinale cambia considerevolmente con l’età, a vantaggio di specie patogene appartenenti ai generi Gammaproteobacteris ed Enterococcus. Gli esperimenti condotti hanno dimostrato l’attivazione di vie immunomodulatrici in grado di opporsi a questo trend e soprattutto agire a discapito di specie batteriche “nemiche” della salute intestinale e di un’ “eterna giovinezza”.
Un altro dato interessante di questo studio riguarda il supplemento prebiotico a base di erbe, il Triphala (TFLA). Si tratta di un composto di erbe comunemente usate nella medicina tradizionale indiana, l’ Ayurveda. A lungo questo prodotto è stato associato al suo impatto benefico per le malattie neurodegenerative e qui, incredibilmente, il suo effetto viene confermato e potenziato dall’aggiunta di specie prebiotiche.
Il prossimo passo? Verificare l’attendibilità dei risultati ottenuti con i moscerini della frutta anche nell’uomo e chissà magari patentare un nuovo bio-prodotto.
Serena Galiè
Fonti:
- https://www.sciencedaily.com/releases/2018/05/180531114611.html;
- Susan Westfall, Nikita Lomis, Satya Prakash. Longevity extension in Drosophila through gut-brain communication. Scientific Reports, 2018.
Serena Galié, thanks for the article post.Really thank you! Great.