La maggior parte degli studi che analizzano il legame tra gli ormoni sessuali femminili e la composizione del microbiota si sono focalizzati per lo più sul periodo fertile della donna rispetto a quello della menopausa. L’unica eccezione è rappresentata dalla larga mole di ricerche che hanno studiato il microbiota vaginale in correlazione alla riduzione dei livelli di estrogeni. Considerando che la menopausa comprende almeno 30 anni nella vita di una donna, è importante analizzarne gli effetti in relazione anche al microbiota intestinale ed orale.
La cavità orale è abitata da centinaia di microrganismi che appartengono a specie batteriche, fungine e virali che vivono in simbiosi con l’ospite. Negli individui sani questa comunità è formata soprattutto da specie quali Streptococcus, Actinomyces, Veillonella, Fusobacterium, Porphyromonas, Prevotella, Treponema, Neisseria, Haemophilus, Eubacteria, Lactobacterium, Capnocytophaga, Eikenella, Leptotrichia, Peptostreptococcus, Staphylococcus e Propionibacterium, le quali interagiscono formando biofilm sulla superficie orale. Tuttavia, quando intervengono fattori che perturbano questa omeostasi, come nel corso della menopausa, possono manifestarsi patologie quali parodontite o carie dentale. Non a caso, le donne in menopausa presentano spesso sintomi che interessano il microbiota gengivale e salivare, compresi disturbi ai denti e bocca secca. La saliva infatti svolge un ruolo fondamentale nel mantenere la salute e l’integrità buccale e la sua qualità e quantità possono alterare la normale omeostasi orale, portando ad alterazioni nella composizione del suo microbiota. In aggiunta, le fluttuazioni degli ormoni sessuali che si verificano in menopausa sono accompagnate da una riduzione della densità ossea e sono connesse ad una aumentata suscettibilità delle gengive alle infezioni come la parodontite causata dalla prevalenza di batteri Gram negativi (Porphyromonas gingivalis e Tannerella forsythensis) nel biofilm buccale e la cui incidenza è maggiore nelle donne in menopausa rispetto alle donne in età fertile. Negli ultimi anni, approcci di trattamento si sono dimostrati efficaci quando studiati in relazione alla composizione con il microbiota intestinale, che influenza quello buccale e viceversa. Infatti il microbiota intestinale, a causa del suo stretto legame con il sistema immune, regola l’omeostasi dell’organismo soprattutto rispetto ad infezioni e patologie autoimmuni. Gli estrogeni, alterando la composizione del microbiota intestinale, sembrano così avere un ruolo chiave e a monte in malattie come asma, diabete di tipo 1 e artrite reumatoide.
Durante la menopausa, la riduzione degli estrogeni provoca un insieme di alterazioni che comprende cambiamenti metabolici e immunologici. Uno di questi riguarda la diminuzione della massa magra associata all’aumento della massa grassa soprattutto a livello addominale e che rappresenta un fattore di rischio per l’insorgenza del diabete di tipo 2 e l’insulino-resistenza. Studi con composti estrogeno-simili come gli isoflavoni della soia hanno dimostrato che essi promuovono l’arricchimento del microbiota intestinale in ceppi batterici del genere Bifidobacterium, riducendo quelli del genere Clostridiaceae che sono associati ad obesità e patologie infiammatorie migliorando l’aumento di peso delle donne in climaterio. Allo stesso modo si è visto che l’assunzione di mucillagine di semi di lino (prebiotico) migliora la sensibilità all’insulina e altera la composizione batterica intestinale in donne obese nel periodo post-fertile.
Bisogna inoltre annoverare il legame tra il microbiota intestinale e l’omeostasi ossea soprattutto nelle donne in menopausa che sono soggette all’osteoporosi scatenata dalla riduzione degli estrogeni e dal conseguente aumento nel riassorbimento osseo. L’assunzione da parte di donne con età di circa 65 anni di latte fermentato arricchito di Lactobacillus helveticus ha provocato un aumento della concentrazione di calcio sierico e ha ridotto il riassorbimento osseo. Stessi risultati sono stati ottenuti con la somministrazione di Lactobacillus rhamnosus (come probiotico) grazie alla sua capacità di ridurre l’aumentata permeabilità intestinale migliorandone l’integrità e l’associata perdita ossea indotta dalla carenza di estrogeni.
In conclusione, la letteratura attuale non è in grado di spiegare correttamente i meccanismi alla base del coinvolgimento degli ormoni sessuali nelle donne in climaterio sulla flora batterica intestinale e buccale; tuttavia la terapia ormonale sostitutiva e i benefici ottenuti dalla somministrazione di pre e probiotici possono rappresentare una strategia terapeutica efficace nel prevenire e migliorare le disfunzioni dovute alla riduzione degli estrogeni nelle donne in menopausa.
Roberta Ranieri
Fonti:
Vieira AT, Castelo PM, Ribeiro DA, Ferreira CM. Influence of Oral and Gut Microbiota in the Health of Menopausal Women. Front Microbiol. 2017
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Brotman RM, Shardell MD, Gajer P, Fadrosh D, Chang K, Silver MI, Viscidi RP, Burke AE, Ravel J, Gravitt PE. Association between the vaginal microbiota, menopause status, and signs of vulvovaginal atrophy. Menopause. 2014