Il miele italiano che uccide i batteri

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Da sempre le api sono considerate uno degli insetti più preziosi per l’umanità. Ricordiamo tutti la famosa frase: “Se l’ape scomparisse dalla faccia della terra, all’uomo non resterebbero che quattro anni di vita.” Citazione attribuita ad Einstein ma di cui non esiste una fonte originale. La frase venne citata per la prima volta su un volantino distribuito a Bruxelles dall’Unione Nazionale Apicoltori francesi, in rivolta a causa della concorrenza del miele d’importazione.

Quel che è certo è la drastica riduzione di tali insetti nel mondo, si è da poco registrato un calo del 40%. Eppure, i benefici che portano le api sono molteplici: producono la pappa reale, un cibo super proteico e vitaminico; si ricava la propoli dai loro alveari, uno dei migliori antibatterici naturali che combina ottime proprietà antinfiammatorie, antivirali e antifunghicide, e che per questo motivo viene largamente utilizzato anche per la salute dell’uomo; il polline, un alimento altamente proteico, energizzante che funge da agente catalizzatore, facilitando enormemente l’assorbimento di nutrienti che molto spesso vengono altrimenti eliminati dal sistema digestivo; ed il miele, il quale è un ottimo antinfiammatorio naturale, disintossicante e sedativo della tosse.

Ma studi recenti hanno mostrato un’altra importantissima proprietà del miele legata ai nostri territori, infatti sembra che il miele italiano rappresenti una barriera efficace contro i batteri.

Infatti, un recente studio dell’Università La Sapienza di Roma ha messo in luce come soprattutto i mieli di timo ed eucalipto, ma anche di arancio e limone e della melata (la sostanza zuccherina prodotta dagli afidi che si nutrono della linfa delle piante), siano potenti battericidi, e non solo.

Inibiscono la comunicazione batterica (il quorum sensing), che è basata sul rilevamento di molecole-segnale, e che pare svolga un ruolo di primo piano nelle infezioni croniche e recidive ma anche nella creazione di microbiofilm batterici su dispositivi sanitari come i cateteri o le valvole cardiache. Insomma, batteri che si organizzano per infettare al massimo delle loro possibilità possono essere meglio debellati con farmaci a base di miele (non solo italiano, ma anche alcuni cileni e neozelandesi).

Non tutti i mieli, però: ce ne sono alcuni a cui i batteri sono indifferenti e altri la cui attività antibattericida è scarsa. Quelli con maggiore potenziale antibattericida sono attivi anche contro germi antibiotico resistenti (MRSA e MRSE), sempre più diffusi nei paesi avanzati.

 

Salvatore Gemmellaro

Fonte: National Geographic,Kontak

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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino e scrivo per Microbiologia Italia. Mi sono laureato a Messina in Biologia con il massimo dei voti ed attualmente lavoro come microbiologo in un laboratorio scientifico. Amo scrivere articoli inerenti alla salute, medicina, scienza, nutrizione e tanto altro.

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