Recenti studi hanno mostrato come la genetica dell’ospite, l’ambiente prenatale e le modalità di parto possono “modellare” il microbioma del neonato al momento della nascita. Successivamente, fattori postnatali, come il trattamento antibiotico, la dieta o l’esposizione ambientale, modulano ulteriormente lo sviluppo del microbioma del bambino e del suo sistema immunitario. È stato a lungo ipotizzato che l’esposizione ad una varietà di organismi microbici durante i primi anni di vita abbia come un effetto protettivo nel neonato. Inoltre, studi epidemiologici hanno dimostrato che i fattori che alterano le comunità batteriche nei neonati durante l’infanzia aumentano il rischio per molte malattie, mettendo in evidenza quanto è importante comprendere la composizione del microbioma nelle prime fasi di vita.
Nell’immagine si possono vedere le fasi della colonizzazione microbica dell’intestino del neonato e del bambino. La maggior parte delle famiglie batteriche abbondanti sono raffigurati nei cerchi, in cui la dimensione del cerchio è proporzionale alla relativa abbondanza dei taxa batterica in ogni fase della crescita. Il microbiota intestinale del neonato è inizialmente colonizzato da enterobatteri. Nei giorni successivi, batteri anaerobici dominano la comunità microbica. Durante il primo mese, specie bifidobatteri predominano nell’intestino, ma l’introduzione di cibi solidi a circa 4-6 mesi è accompagnata da un ampliamento delle specie clostridial (Lachnospiracea, Clostridiaceae, e Ruminococcaceae). I membri della famiglia Ruminococcaceae continuano ad aumentare in abbondanza nei mesi successivi. Nei 2-3 anni di età, la composizione del microbiota è costituita principalmente da Bacteroidaceae, Lachnospiraceae e Ruminococcaceae, che poi rimangono stabili anche in età adulta.
Salvatore Gemmellaro