Già descritta da Ippocrate, per febbre puerperale o sepsi puerperale si intende una grave infezione dell’utero (Fig.1) che può verificarsi dopo un parto o un aborto. È provocata da una contaminazione batterica, in particolare Escherichia coli, streptococchi o altri germi anaerobi che infettano l’endometrio, lo strato più interno dell’utero, nelle zone in cui per vari motivi ha subito delle lesioni.
In epoca preantibiotica l’esito di questa condizione morbosa era la morte nella maggioranza dei casi, dopo una agonia febbrile di alcuni giorni e anche se, al momento del parto, madre e figlio godevano sempre di ottima salute; inevitabilmente la morte raggiungeva anche per il neonato colpito dalla stessa condizione morbosa.
Patologia
L’infezione inizia generalmente con dolori all’utero, seguiti da brividi, cefalea, pallore; le lochiazioni, cioè, l’espulsione di liquidi fetali e residui placentari possono essere diminuite o abbondanti e maleodoranti.
Cura
Il trattamento consiste nella somministrazione endovenosa di antibiotici ad ampio spettro (es. clindamicina, gentamicina, ampicillina) fin quando la paziente non sia sfebbrata per almeno 48 ore.
Cenni storici
Tra il Settecento e l’Ottocento la rivoluzione industriale richiamava nelle città una moltitudine di persone e l’affollamento in spazi ristretti, associato a condizioni igieniche precarie portava a un aumento vertiginoso di infezioni e malattie contagiose. La febbre puerperale si diffuse in modo epidemico negli ospedali; ad affrontare e risolvere la grave questione, fu un medico ungherese Ignaz Semmelweis (Fig.2), che lavorava presso un ospedale di Vienna in ostetricia e notò che in un padiglione, gestito da medici, moltissime donne morivano dopo il parto di febbre puerperale, l’11% circa, mentre in un altro padiglione, dove ad aiutare le donne a partorire erano solo ostetriche, i decessi erano appena l’1%. L’osservazione sembrava riflettere un controsenso: Qual era, quindi, il motivo di tale differenza nel tasso di mortalità?
Il lavoro di Semmelweis
All’ inizio del 1847 un indizio si rivelò cruciale. Il suo amico Jakob Kolletschka morì per avvelenamento del sangue dopo aver riportato un taglio durante una autopsia; Semmelweis riscontrò che le lesioni sull’amico erano simili a quelle delle vittime della febbre, questo, fece ipotizzare che “qualcosa” proveniente dai cadaveri infettava le donne partorienti.
In effetti, egli notò che medici e studenti di medicina, spesso eseguivano autopsie prima di recarsi al reparto di maternità; a seguito di ciò introdusse un severo regolamento per il lavaggio delle mani. Queste dovevano essere sterilizzate con una soluzione di cloruro di calce prima delle visite alle donne incinte; i risultati furono sensazionali, il tasso di mortalità crollò dal 18,27 % allo 0,19 % in pochi mesi. Semmelweis fu riconosciuto come uno dei padri della tecnica antisettica, egli intuì alcuni princìpi della teoria dei germi, che è stata definita tra i più importanti contributi alla medicina.
Fonti:
- it.wikipedia.org/wiki/Febbre_puerperale
- www.jw.org/it/biblioteca-digitale/riviste/svegliatevi-n3-2016-giugno/ignaz-semmelweis-febbre-puerperale-teoria-dei-germi/
- www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/altre-news/la-storia-delle-vite-salvate-con-lacqua
- www.acp.it/wp-content/uploads/Quaderni-acp-2013_201_41-43.pdf
Purtroppo nemo profeta in patria. Sappiamo che fine ha fatto quel poveraccio di Semmelweis. C’è voluto Pasteur (anni ed anni dopo) per confermare che Semmelweis (nel frattempo morto malamente in manicomio se non sbaglio, probabilmente picchiato dalle guardie si dice) aveva ragione.