Cronobacter sakazakii: curiosità e ricerche

Caratteristiche

Enterobacter sakazakii (ora Cronobacter sakazakii) appartiene alla famiglia delle Enterobacteriaceae. E’ un patogeno emergente ed opportunista responsabile di forme di infezione neonatale, in molti casi mortale. 

Nel 1950 è stata ritrovata la prima forma di questo batterio all’interno di un prodotto alimentare per bambini: il latte artificiale in polvere. Successivamente, nel 1980, John J. Farmer III propose di chiamarlo “Enterobacter sakazakii“, in onore del microbiologo giapponese Riichi Sakazaki.

Cronobacter sakazakii presenta precise caratteristiche:

  • Forma bastoncellare allungata;
  • Mobile per flagelli peritrichi;
  • Gram negativo;
  • Patogeno opportunista;
  • Anaerobio facoltativo;
  • Ossidasi negativo;
  • Fermenta il glucosio con produzione di acido e gas; 
  • Capacità di sopravvivenza in ambienti disidratati;
  • Termotollerante
Cronobacter sakazakii
Figura 1 – Cronobacter sakazakii [Fonte: microbiologiaitalia.it]

Tassonomia

DominioProcarioti
RegnoBatteri
PhylumPseudomonadoti
ClasseGammaproteobatteri
OrdineEnterobatteri
FamigliaEnterobatteriaceae
GenereCronobatterio
SpecieCronobacter sakazakii*
Tabella 1: Tassonomia di Cronobacter sakazakii

*Nel 1980, John J. Farmer III propose di chiamarlo Enterobacter sakazakii in onore del microbiologo giapponese Riichi Sakazaki.Soltanto dieci anni dopo, fu collocato nel genere Cronobacter (da “Cronos” il titano della mitologia greca che divorava i suoi figli appena nati). 

Morfologia delle colonie di Cronobacter sakazakii

Colonie di Cronobacter sakazakii su terreno di coltura specifico
Figura 2 – Colonie di Cronobacter spp. su terreno di coltura cromogeno; il colore delle colonie è blu-verde. [Fonte: cit.vfu.cz]

Come da foto, il terreno selettivo Sakazakii Chromogenic Agarpermette la rilevazione del patogeno Cronobacter sakazakii, quindi, le colonie appaiono rotondeggianti blu/verdi sul substrato, diverse dalle altre Enterobacteriaceae che potrebbero svilupparsi sul terreno. Infine, il riconoscimento di Cronobacter sakazakii è indispensabile al fine di eseguire le adeguate ricerche per contrastarne contaminazioni e patogenesi.

Patogenesi

Il Cronobacter sakazakii, come detto precedentementeè pericoloso non solo perché è in grado di sopravvivere in ambienti disidratati e secchi, ma anche perché, essendo un patogeno opportunista, è in grado di attaccare soprattutto i soggetti fragili, come i neonati prematuri.

L’esatta eziologia e le modalità di trasmissione dell’enterocolite necrotizzante non è ancora certa ma è stato dimostrato che le formulazioni a base di latte in polvere per la prima infanzia sono i principali serbatoi di questo batterio.

Isolamento di Cronobacter sakazakii

Cronobacter sakazakii è stato isolato soprattutto da:

miscelatori e spazzole per la pulizia dei contenitori per il latte;

– alimenti di origine animale come latte e formaggi;

carne macinata;

frutta e verdura

Inoltre, la presenza di Cronobacter sakazakii nelle formulazioni di latte in polvere può essere dovuta sia a contaminazioni post-pastorizzazione nell’industria produttrice, sia a contaminazioni durante la preparazione per il consumo finale del prodotto, oltre a questo, essendo un microrganismo molto resistente all’essiccamento è capace di aderire e produrre biofilm in utensili di uso abituale e superfici di lavoro.

Terapia

L’enterocolite necrotizzante può essere trattata in vari modi:

  • Ossigeno-terapia;
  • Rianimazione con liquidi;
  • Antibiotici ad ampio spettro

Il tasso di mortalità è del 20-30%, quindi, un approccio aggressivo e un’accurata scelta del momento opportuno per l’intervento chirurgico possono aumentare la probabilità di sopravvivenza. Negli adulti i sintomi sono generalmente lievi e moderati, in questi casi l’infezione si debella facilmente tramite antibiotici orali.

Prevenzione da Cronobacter sakazakii

Le ricerche svolte su Cronobacter sakazakii ed enterocolite necrotizzante, hanno portato ad affermare che l’ideale processo di prevenzione della patologia sui neonati a rischio, può essere effettuato attraverso la somministrazione di latte materno o di latte umano donato.

Inoltre, quando possibile, devono essere evitati gli antibiotici e i farmaci che riducono l’acidità.

I probiotici (p. es., Bifidus infantisLactobacillus acidophilus) aiutano a prevenire l’enterocolite necrotizzante, anche se prima di essere raccomandati routinariamente devono essere sottoposti ad altri studi.

Fonti

  • Kandhai MC, Reij MW, van Puyvelde K, Guillaume-Gentil O, Beumer RR, van Schothorst M. A new protocol for the detection of Enterobacter sakazakii applied to environmental samples. J Food Prot. 2004 Jun;67(6):1267-70. doi: 10.4315/0362-028x-67.6.1267. PMID: 15222563.
  • Lehner A, Nitzsche S, Breeuwer P, Diep B, Thelen K, Stephan R. Comparison of two chromogenic media and evaluation of two molecular based identification systems for Enterobacter sakazakii detection. BMC Microbiol. 2006 Feb 23;6:15. doi: 10.1186/1471-2180-6-15. PMID: 16504079; PMCID: PMC1397842.

Crediti immagini

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