Ostreopsis ovata lungo le coste italiane

L’estate, insieme alle spiagge affollate, porta con sé anche la preoccupazione per la presenza di un’alga potenzialmente tossica. Si chiama Ostreopsis ovata, è diffusa lungo le coste italiane, e può compromettere sia la salute umana che quella degli ecosistemi marini.

Cos’è Ostreopsis ovata?

Ostreopsis ovata è una microalga marina, originaria delle zone tropicali e subtropicali. Tuttavia, nel corso degli anni, si è diffusa anche in aree temperate come il mar Mediterraneo. Predilige acque basse e poco mosse. Anche se riesce a crescere su diverse superfici, preferisce i fondali rocciosi a cui aderisce attraverso dei filamenti e delle sostanze mucillaginose che produce. Ad oggi, popola i mari di diverse nazioni europee tra cui l’Italia, la Spagna, la Francia e la Grecia.

Ostreopsis ovata è una microalga marina
Figura 1 – Ostreopsis ovata è una microalga marina [Fonte: Di Cybergerac; wikimedia.org]

La sua pericolosità è legata alla capacità di produrre le ovatossine.  Si tratta di tossine che possono avere effetti negativi sia sulla salute umana che sugli ecosistemi marini.

Quali sono le conseguenze per l’uomo e per l’ambiente?

L’esposizione alle ovatossine, attraverso inalazione o contatto, può provocare nell’uomo sintomi simili all’influenza (come tosse, irritazione delle vie respiratorie, dolori muscolari e febbre). Pur essendo fastidiosi, generalmente scompaiono da soli in pochi giorni e in ogni caso non sono letali.

Le conseguenze sono più gravi per gli ecosistemi marini. Le ovatossine, infatti, possono causare la morte di organismi bentonici, cioè che vivono sui fondali marini, come i mitili, i ricci di mare, le stelle marine e le alghe. Le ovatossine si accumulano al loro interno con ricadute sull’intera catena alimentare.

Come si diffonde Ostreopsis ovata?

Alcune condizioni ambientali favoriscono la diffusione di questa microalga. Ad esempio, le sue cellule si moltiplicano rapidamente a temperature superiori ai 25°C. Il risultato è la formazione delle cosiddette fioriture, visibili come patine brunastre sui fondali marini e schiume in superficie.

Ostreopsis ovata lungo le coste italiane: scoperta e monitoraggio

Risale al 1994 la prima segnalazione della presenza di Ostreopsis ovata in Italia, e più precisamente in Lazio. Tuttavia, sembra che fosse presente in Campania già dal 1989. Dagli anni 2000 però le fioriture sono diventate sempre più frequenti in diverse regioni costiere italiane. Non è mai stata rilevata in Emilia-Romagna e Molise mentre in alcune regioni, come Veneto e Abruzzo, la sua presenza è sporadica.

La prima segnalazione di Ostreopsis ovata lungo le coste italiane risale al 1994.
Figura 2 – La prima segnalazione di Ostreopsis ovata lungo le coste italiane risale al 1994. [Fonte: Pexels.com]

Per questo motivo, dal 2007 si monitora costantemente la sua presenza a livello nazionale. Il monitoraggio è affidato alle Agenzie Regionali per la Protezione dell’Ambiente (ARPA) e prevede controlli periodici, da giugno a settembre, nelle zone costiere a rischio. I prelievi sono intensificati durante l’estate e in caso di fioriture. I punti di campionamento coincidono spesso con quelli usati per controllare la qualità delle acque di balneazione.

I dati raccolti dalle ARPA regionali sono poi elaborati e pubblicati annualmente dall’ Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA). Questi report permettono di raggiungere una conoscenza maggiore sulla distribuzione e sulle dinamiche di fioritura di Ostreopsis ovata nei mari italiani.

I risultati del monitoraggio di Ostreopsis ovata lungo le coste italiane

Ad oggi, Ostreopsis ovata è presente in 13 regioni costiere su 15, con una presenza sporadica in alcune regioni come Veneto e Abruzzo. Il periodo di massima fioritura varia a seconda del mare: di solito a fine luglio nel mar Tirreno e nello Ionio (con temperatura dell’acqua di circa 24-26°C) e a fine estate nell’Adriatico settentrionale (dove le temperature sono più basse ovvero circa 20-22°C).

Spesso, insieme a essa, si trovano anche altre microalghe ma in quantità minori. Nelle zone più colpite e durante le fioriture intense sono stati segnalati effetti tossici su persone e organismi marini. Di conseguenza sono stati emanati divieti temporanei di balneazione e di raccolta dei frutti di mare.

È un po’ come fare le analisi del sangue al mare

Per assicurarsi che il mare sia in buona salute sono prelevati dei campioni di acqua a circa 80-120 cm dalla riva e a 30 cm sotto la superficie. Dopo il prelievo, sono conservati al buio e a bassa temperatura per preservarne le caratteristiche.

La scelta delle aree di campionamento non è casuale. Si considerano principalmente quelle a rischio per la presenza di Ostreopsis ovata e frequentate dai bagnanti.

Il monitoraggio di Ostreopsis ovata rientra in un più ampio sistema di controllo della qualità delle acque di balneazione. Questo prevede prelievi quindicinali e mensili di acqua in diverse stazioni di controllo lungo la costa, da inizio giugno a fine settembre. È effettuata anche una sorveglianza visiva per individuare eventuali anomalie, come schiume, acqua opalescente o colorata e presenza di mucillagine.

L’obiettivo è quello di tenere sotto controllo la qualità delle acque di balneazione, proteggendo la salute dei bagnanti e l’ambiente marino. Infatti, ad oggi, la presenza di Ostreopsis ovata lungo le coste italiane non ha causato problemi gravi per la salute umana.

Allerta Ostreopsis ovata: un’estate di monitoraggio delle microalghe sulle coste

L’estate del 2023 ha visto il susseguirsi di diverse allerte per la presenza di Ostreopsis ovata lungo le coste italiane. Fortunatamente, le sue concentrazioni erano inferiori al valore soglia stabilito per legge. Il superamento di questo valore indica una potenziale situazione di rischio per la salute e richiede ulteriori controlli. Se necessario poi si adottano misure preventive.

Il superamento di una precisa concentrazione di cellule algali (10.000 cellule per litro) fa scattare misure di protezione, come il divieto di balneazione e il monitoraggio degli organismi marini eduli (principalmente ricci e mitili) per escludere l’accumulo di tossine nei loro tessuti. Ad esempio, dei ricci si prelevano le uova e le gonadi che sono poi congelati e inviati all’Istituto Zooprofilattico di competenza per le analisi.

In situazioni di emergenza, quando si raggiungono concentrazioni di circa 30.000 cellule per litro e le condizioni meteo favoriscono la formazione di aerosol, sono adottate misure di sicurezza più stringenti.

Ostreopsis ovata lungo le coste italiane: un segnale d’allarme

La presenza dell’alga Ostreopsis ovata nelle nostre acque è un segnale d’allarme che ci invita a prenderci più cura del mare. Come? Ad esempio, riducendo l’inquinamento, responsabile della crescita eccessiva di alghe. È auspicabile anche l’adozione di comportamenti responsabili come evitare di raccogliere e mangiare frutti di mare provenienti da zone con fioriture algali.

La presenza di Ostreopsis ovata segnala la necessità di una maggiore attenzione alla salute dell’ecosistema marino. Inoltre, evidenzia come la responsabilità della protezione del mare ricada sulle azioni dei cittadini, i quali devono impegnarsi attivamente nella sua salvaguardia.

Bibliografia:

Crediti immagini:

  • Immagine in evidenza: Immagine creata con Canva da Elisabetta Cretella
  • Figura 1 : Di Cybergerac – Opera propria, CC BY-SA 4.0,https://commons.wikimedia.org/w/index.php?curid=44669619
  • Figura 2 : https://www.pexels.com/it-it/foto/comunita-accanto-allo-specchio-d-acqua-2031776/

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