Cladophora spp

Cladophora (Fig.1) è un genere di alghe verdi pluricellulari diffuse nelle acque dolci e salate di tutto il globo. In questo genere veniva classificata la specie Aegagropila linnaei (alga Marimo).

Cladophora sp
Figura 1: Cladophora sp. [Erbario, B.navez]

Caratteristiche morfologiche

Genere tipo dell’ordine delle Cladophorales, si hanno specie dai talli uniseriati, sia eretti che prostrati, ramificati in maniera più o meno complessa (Fig. 2). L’ancoraggio al substrato avviene sia tramite rizoidi primari che attraverso placche di ancoraggio, ma mai tramite rizoidi secondari.

La crescita del tallo avviene per divisioni intercalari o apicali, a seconda della specie in esame e non c’è differenza macroscopica fra talli gametofitici e sporofitici (ciclo isomorfo).

Dal punto di vista citologico, osservare al microscopio ottico del tallo di una Cladophora rivela cellule multinucleate, con un cloroplasto marginale o reticolato (formato da un network di molti piccoli cloroplasti discoidali) ma pur sempre vicino al margine cellulare; al loro interno troviamo un singolo pirenoide.

In questo genere ritroviamo vari pigmenti fotosintetici: clorofilla a e b, α- e β-carotene e xantofille come la luteina e la prasinoxantina.

Cladophora microscopio
Figura 2 – Tallo di Cladophora al microscopio [Kristian Peters]

Filogenesi

RegnoPlantae
SottoregnoViridiplantae
Divisione (Phylum)Chlorophyta
Sottodivisione (Subphylum)Chlorophytina
ClasseUlvophyceae
OrdineCladophorales
FamigliaCladophoraceae
GenereCladophora
Tabella 1 – Classificazione di Cladophora

Biologia

Il genere Cladophora racchiude un gran numero di alghe verdi (clorofite) pluricellulari accomunate da vari caratteri morfologici e la cui parentela è stata confermata da studi molecolari.

Prima di un’analisi della sequenza 18S dell’rRNA, l’alga Marimo (Aegagropila linnaei) era inserita all’interno di questo genere. In seguito è stata esclusa a causa della presenza di chitina all’interno della parete cellulare.

Il genere segue un ciclo aplodiplonte isomorfo (Fig. 3): la riproduzione vegetativa avviene tramite zoospore o per frammentazione del tallo; le zoospore vengono liberate in ambiente da un poro apicale sullo sporangio generato dallo sporofito (aploide). Dalla germinazione della spora si originano i gametofiti (diploidi). A partire dai gametofiti originano i gameti che a seguito della fecondazione porteranno allo zigote. Quest’ultimo andrà a germinare, sviluppandosi in uno sporofito.

Ciclo aplodiplonte isomorfo
Figura 3 – Esempio di un ciclo aplodiplonte isomorfo [R.E. Lee, da Chihara, 1969]

Ecologia

Cladophora rappresenta un genere importante a livello ecologico in quanto viene colonizzata da un gran numero di organismi epifiti, in quanto riesce a offrire un substrato ancorato e resistente all’idrodinamismo.

Come detto precedentemente si tratta di alghe bentoniche, spesso dominanti le comunità del periphyton. Questa dominanza è però suscettibile all’inquinamento antropico: in base alla specie si possono avere dei bloom o una diminuzione dell’abbondanza.

Per la loro capacità di ospitare un gran numero di epifiti e al tempo stesso di ancorarsi saldamente al substrato, le specie del genere Cladophora vengono considerate importanti per la biodiversità del benthos fluviale e marino.

Cladophora e mitili
Figura 4 – Comunità dominata da Cladophora sp e cozze zebrate [NOAA Great Lakes Environmental Research Laboratory]

Tossicità

Il genere Cladophora non include alghe note per essere tossiche per l’uomo. Ciononostante si è osservato come alcune specie possano andar incontro a fenomeni di accumulo di metalli (come Pb, Cd e Zn) quando la crescita avviene in acque inquinate da scarichi industriali. Nel complesso compaiono danni all’apparato fotosintetico con riduzione del numero dei cloroplasti. Si può arrivare a danni cellulari estesi sino alla morte cellulare e ne consegue una ridotta capacità di crescita.

Monitoraggio

Attualmente Cladophora non viene monitorata in quanto non rappresenta un rischio per la salute umana.

D’altra parte alcune specie di Cladophora vengono segnalate e identificate nelle acque fluviali come indicatrici di eutrofizzazione. In particolare, si tende a osservare come indicatori il comparto delle macrofite, comprendente varie alghe filamentose e alcune fanerogame.

Infine, è stato proposto il loro uso per il monitoraggio dei metalli pesanti in ambiente fluviale, grazie alla capacità di alcune specie di bioaccumulare tali metalli. C. glomerulata è una specie d’interesse per questo tipo d’attività.

Cladophora glomerulata
Figura 5 – Cladophora glomerulata in acque stagnanti [Auckland Museum]

Fonti

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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino e scrivo per Microbiologia Italia. Mi sono laureato a Messina in Biologia con il massimo dei voti ed attualmente lavoro come microbiologo in un laboratorio scientifico. Amo scrivere articoli inerenti alla salute, medicina, scienza, nutrizione e tanto altro.

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