Bruco mangia plastica! Batteri mangia petrolio! Quante scoperte si fanno ogni giorno sulla depurazione? Quanto ci stiamo impegnando per rimediare ai nostri danni?
Non è sempre stato così, ad esempio ci siamo preoccupati di evitare che l’acqua delle fogne arrivasse direttamente in mare solo poco più di 100 anni fa. Alla vigilia del primo conflitto mondiale, Ardern e Lockett si occupavano dei liquami di fogna, in particolare cercavano di ossigenarli meglio, esperimenti di aereazione insomma.
So che non è il massimo, ma immaginate dei liquami di fogna, ben miscelati e ricchi di ossigeno, che ribollono. Come in altri esperimenti, nessuno sapeva bene perché, ad un certo punto – dopo cinque settimane nella prova dei due studiosi inglesi – si formavano due fasi: l’acqua pulita si separava dal resto. Fate un altro sforzo e immaginate cosa poteva essere il resto, per similitudine fu chiamato fango.
Ardern e Lockett presero il fango e decisero di unirlo al liquame per un altro esperimento di aereazione. Ad ogni ciclo di separazione dell’acqua pulita, riprendevano il fango e ricominciavano. Pazzi? Perché non buttarlo come facevano tutti?
Dopo 6 mesi di esperimento, acqua e fango si separavano in sole quattro ore. Da quel momento venne chiamato fango attivo, ed è ancora oggi il processo di depurazione biologica più utilizzato in Italia.
Cosa era successo?
Il fango si attiva perché si accrescono e diventano attivi dei microrganismi adattati al refluo da depurare, e ogni qual volta vengo reimmessi in un nuovo sistema ricco di sostanze nutritive, sono metabolicamente più rapidi a degradarle.
Il fango attivo è un meraviglioso ecosistema in continua evoluzione racchiuso in tanti soffici fiocchi. I suoi abitanti hanno diversi stili di vita: qualcuno nuota intorno al fiocco, altri ci pascolano sopra, qualcuno striscia, altri cercano prede, e qualcuno mette radici per ondeggiare come un filo d’erba.
Dall’interessante testo del prof. Madoni dell’Università degli Studi di Parma vi riporto lo schema che racchiude le forme di vita più diffuse nella microfauna dei fanghi attivi.
La microfauna dei fanghi attivi può variare per qualità e quantità, ma ciò che deve rimanere costante è il fiocco di fango, un piccolo habitat che si crea sono quando microrganismi filamentosi e fioccoformatori sono nella giusta proporzione.
Per concludere vorrei ricordare che il fatto che questi esserini respirino ossigeno e che siano vivi è il motivo principale per cui non bisogna riversare nelle fogne sostanze troppo tossiche o oleose, che non fanno altro che bloccare i meccanismi depurativi (uccidono tutta la microfauna) che permettono almeno ad una parte dell’acqua che usiamo di tornare pulita in un bacino idrico.
Per maggiori dettagli su questi piccoli abitanti, vi consiglio il video: https://www.youtube.com/watch?v=epAh6hHOq3c
Fonti:
prof. Madoni APPLICAZIONE DELL’ INDICE BIOTICO DEL FANGO (S.B.I.) NEL PROCESSO DI DEPURAZIONE A FANGHI ATTIVI
link: http://www.google.it/url?sa=t&rct=j&q=&esrc=s&source=web&cd=1&ved=0ahUKEwj97bD5zanVAhWEPhQKHf0NAuIQFggqMAA&url=http%3A%2F%2Fscienzebiologiche.unipr.it%2Fdidattica%2Fatt%2Fe05b.file.pdf&usg=AFQjCNGclKs_PdO0Dyjzgz-dPva922wR9g
G. Bianucci, E. Ribaldone Bianucci, Il trattamento delle acque inquinate, V edizione, Hoepli, Milano, 1998