Cos’è la biologia forense
La biologia forense è l’applicazione di tante tecniche e metodologie di biologia molecolare classica unita alle tradizionali tecniche d’investigazione di carattere giudiziario, in relazione all’accertamento di un reato o a un comportamento sociale.
Quali sono le differenze tra Biologia e Genetica?
Con precisione, il termine “Biologia” è formato dalla parola greca composta da “bìos” = “vita” e lògos = “studio”. Quindi “studio della vita” e “Genetica” che invece è una branca della biologia che studia i geni, l’ereditarietà di questi e la variabilità che hanno in tutti gli organismi viventi. Invece, con il termine “forense“, si indica una forma di evidenza giuridica che può essere considerato come un sinonimo di “legale” o, comunque, sotteso al sistema penale.
Una parte ancora più specifica della Biologia Forense riguarda la Genetica Forense, che ha diversi ambiti di applicazione. Da una parte l’ambito civilista applicata per determinare i rapporti di parentela tra uno o più soggetti e l’ambito penalistico, che permette di caratterizzare le tracce biologiche per determinare “chi” le ha lasciate. La genetica forense, in particolare, ci consente “l’identificazione”. Ovvero, il poter dire con assoluta certezza che “è lui” rispetto a tutti gli altri.
Cenni storici
I primi ricordi di Scienze forensi risalgono all’antica Roma, quando si processava qualcuno per un reato si esporre tutte le prove per presentare il caso pubblicamente nel forum così che, sia l’imputato, che il pubblico ministero potevano fornire le proprie ragioni basate ciascuna dal punto di vista rispettivamente per l’accusa e della difesa.
Nel 1953 James Watson e Francis Crick scoprirono la struttura del DNA (acido desossiribonucleico) e il suo meccanismo di replicazione. Dogma della biologia molecolare che li portò a vincere il premio Nobel per la medicina nel 1962.
30 anni dopo quella clamorosa scoperta abbiamo potuto comprendere che il DNA potesse essere usato anche a scopi investigativi e criminalistici. Dopo più di mezzo secolo la scienza forense, grazie alla ricerca del DNA, ha fatto passi incredibili e ancora ne farà.
Quale è il campo di applicazione della biologia forense?
La biologia forense si occupa di analizzare i reperti organici sia dal punto di vista morfologico sia dal punto di vista quantitativo, sia dal punto di vista distributivo. Analizzare i risultati processati di tracce biologiche che permettono di identificare le caratteristiche specifiche del reperto in questione. Tutti i reperti organici vengono fotografati, recuperati e reperatati dal luogo del ritrovamento fino al laboratorio, assicurandone la mancata manomissione.
Cosa avviene oggi in un laboratorio che effettua analisi di generica forense?
Fondamentale è la tracciabilità: ovvero la traccia biologica (capello, saliva, sangue, sperma, ecc.) trovata sulla scena del crimine deve seguire una perfetta Catena di Custodia. Ovvero, deve essere visionata, osservata, repertata, caratterizzata da un esperto che infine consegnerà questa “traccia biologica” ad un Genetista forense che effettuerà l’estrazione del DNA. Questo garantirà la mancata contaminazione delle prove biologiche ritrovate.
Il DNA viene quantificato utilizzando una tecnica che ci permette di capire “quanto materiale genetico” ho a disposizione per l’analisi e di ottenere un profilo genetico da confrontare con un altro profilo sospetto o nel database nazionale del DNA da confrontare, per escluderlo/includerlo da il procedimento penale in questione.
Banca dati nazionale del DNA: cosa è?
E’ una collezione di campioni biologici e di profili genetici che consente l’inclusione e il confronto del profilo genetico nuovo e non identificato con profili genetici già schedati in banca dati collegati ad individui che hanno commesso reati penali maggiori di tre anni. Questo è un aspetto è molto importante poiché permette l’accelerazione del processo del ben 50%.
Il DNA ci permette di identifica con certezza i criminali?
Il DNA indentifica una presenza di un individuo in un determinato contesto. Successivamente, una presenza diventa una responsabilità quando questa presenza non può essere giustificata altrimenti con l’aver o il non aver commesso il fatto. Questa prova dovrà avere un margine di probabilità più alto possibile affinché non venga messa in dubbio al momento del processo. In termini probabilistici se un determinato evento è accaduto o meno.
Come diventare un biologo forense?
Impegno e caparbietà sono le fondamenta per questa materia. Per esercitare questa professione occorre la laurea in magistrale in biologia con specializzazione in genetica, o specializzazione in antropologia. In Italia ci sono diversi corsi di Laurea Magistrale in Biologia Molecolare con indirizzo in Biologia Forense. Oppure del corso il Master universitario di II livello in “Genetica Forense“.
Conclusione
Il DNA forense oggi è standardizzato. Grazie alla norma ISO 17025 i laboratori possono calcolare il margine di errore e attraverso un “numero” arrivare a capire se il risultato della prova da analizzare è accettabile o meno al fine di garantire la più elevate qualità ed efficienza possibile nella conduzione delle analisi di forense che sono direttamente correlate.
Fonti
- https://www.wired.it/scienza/lab/2014/02/28/scoperta-doppia-elica/
- https://www.mojalekaren.sk/clanok/dna-deoxyribonukleova-kyselina-zaklad-zivota/
- https://www.azolifesciences.com/article/The-Future-of-Forensic-DNA-Analysis.aspx
- https://royalsocietypublishing.org/doi/10.1098/rstb.2014.0252
- https://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S1752928X21001086
Fonti immagini
- https://www.shutterstock.com/it/g/felipecaparros
- https://www.azolifesciences.com/article/The-Future-of-Forensic-DNA-Analysis.aspx
- https://www.alamy.it/fotos-immagini/biologia-forense.html?sortBy=relevant
- https://unsplash.com/photos/jM6Y2nhsAtk
- https://unsplash.com/s/photos/criminal-sciences