La pioggia ha sempre provocato sensazioni nell’uomo, dalla malinconia di serate dietro la finestra al romanticismo del “ticchetio” delle gocce di pioggia sulla città. La piacevole scia di “profumo” lasciata dalla pioggia dona deliziose atmosfere.
A stimolare il nostro olfatto dopo una pioggia, sono miscele di sostanze prodotte da batteri e oli prodotti da piante, presenti in suoli asciutti. Il petricore, ovvero il “profumo” della pioggia, scoperto negli anni ’60 da due ricercatori australiani, I.J. Bear e R.G.Thomas, ha suscitato la curiosità degli scienziati del MIT che nel 2015 hanno svelato le modalità del fenomeno.
In 600 esperimenti ripresi da telecamere ad alta velocità, è stato simulato il cadere della pioggia su superfici differenti e si è evidenziata la formazione di microscopiche bolle d’aria all’interno della goccia a contatto con il suolo, che scoppieranno e rilasceranno particelle di aerosol (acqua e sostanze del suolo). Le sostanze prodotte dai batteri e gli oli rilasciati nell’atmosfera sono i creatori del profumo di petricore, più intenso dopo piogge moderate poiché la velocità di caduta delle gocce durante gli acquazzoni, non permette la formazione di bolle d’aria.
Da tale scoperta, alcuni ricercatori britannici hanno incentivato il Dott. Cullen Buie e i colleghi del Massachusetts Institute of Technology (il MIT) a continuare le ricerche sul fenomeno, poichè l’incidenza di alcune malattie aumentava dopo le piogge, in particolare la melioidosi.
Sono stati utilizzati sei tipi di terreno a temperature differenti, tra cui argilla, argilla sabbiosa e sabbia e simulate precipitazioni a diverse altezze. Maggiori quantità di aerosol sono state formate su terreni di argilla sabbiosa (la sabbia tendeva ad assorbire le gocce) e a velocità di caduta tra 1.4 e 1.7 metri al secondo. Raccolti gli aerosol, sono state seminate su piastre di coltura e a conferma di precedenti esperimenti, sono stati riscontrati fino a 1000 migliaia di batteri. Per valutare la quantità di batteri in una bolla d’aria, Cullen ha considerato tre parametri: la densità dei batteri, il la superficie su cui si è formata la bolla e l’efficienza di aerosolizzazione (rapporto tra il numero di batteri su una superficie e il numero di batteri dispersi da quella superficie). Circa 1.000.000 di miliardi di batteri all’anno vengono dispersi; le piogge riescono a far “viaggiare” l’1,6-25 % della quantità totale di batteri.
Le gocce di pioggia usate da cellule batteriche come mezzi di trasporto, potrebbero essere la causa di diffusione di malattie come nel caso della Burkholderia pseudomallei, agente eziologico della melioidosi, il cui habitat è l’acqua e il suolo.
Un evento affascinante la pioggia, un elegante trasporto di batteri percepibile al nostro olfatto.
Veronica Nerino
Fonte:
- Le gocce di pioggia mettono le ali ai batteri – Focus
- Ecco come nasce l’odore della pioggia – Wired
- Rainfall can release aerosols, study finds – Mit News
- A light rain can spread soil bacteria far and wide, study finds – Mit News