Alta affluenza in palestra? Attenti alle infezioni: ecco cos’è successo ai giocatori dell’NBA

In questi giorni di primavera molti decidono di smaltire i chili di troppo, seguendo una dieta equilibrata e decidendo di rispettare un piano fitness in linea con le proprie esigenze. Al contrario di questi pigroni che decidono di andare in palestra solo nei mesi che precedono la bella stagione, molti batteri ed altri esseri microscopici non vanno in vacanza. Li possiamo quindi trovare in palestra in tutti i mesi dell’anno: magari non li sorprendiamo a correre sul tapis roulant oppure ad allenare i bicipiti, ma quell’ambiente caldo e umidiccio di sudore per molti di loro risulta davvero confortevole. È soprattutto in periodi come questo, caratterizzati dall’alta affluenza nei luoghi ginnici, che in questi posti aumenta la probabilità di contagio.

Un evento eclatante avvenuto qualche anno fa testimonia come la possibilità di contagio possa incrementare nei luoghi di ritrovo e di sport quando l’affluenza è alta e le norme igieniche non sono rispettate in modo magistrale. Si tratta del caso scoppiato nel dicembre 2010, quando l’NBA (National Basketball Association) si è dovuta rimboccare le maniche per far fronte ad un problema particolare: 24 giocatori e alcuni membri dello staff di 13 squadre hanno accusato i tipici sintomi della gastroenterite.

Sono state effettuate le analisi delle feci ed è emerso che quattro campioni su cinque risultavano positivi al Norovirus di genogruppo II, un virus gastrointestinale abbastanza aggressivo.  La trasmissione del norovirus può avvenire per contatto diretto con l’infezione, quindi toccando il conato oppure le superfici contaminate da materiale infetto, oppure può semplicemente essere trasmesso da persona a persona.

La trasmissione e il contagio sono stati favoriti dal fatto che questi atleti e i membri dello staff hanno condiviso per tempi prolungati gli stessi luoghi, soprattutto palestra e spogliatoi. Ma anche le abitudini igieniche sbagliate possono aver giocato un ruolo importante: ad esempio, è spesso abitudine di alcuni gruppi sportivi lasciare gli asciugamani sporchi tutti in un unico mucchio e poi lavarli insieme, cosa che potrebbe aver giocato un ruolo importante nella diffusione del virus, nonostante l’intenzione fosse quella di pulire. Questo virus è infatti abbastanza resistente a diversi disinfettanti.

Ma torniamo a oggi: è soprattutto l’acqua il fattore che rende palestre e piscine ambienti ricchi di microbi, principalmente negli spogliatoi e nelle docce. Ecco alcune norme igieniche da rispettare per evitare spiacevoli conseguenze: coprire ferite aperte con cerotti adeguati, non camminare scalzi, non lasciare che la pelle resti bagnata usando abiti traspiranti e asciugandosi bene dopo la doccia, utilizzare una salvietta personale.

Infine sarebbe bene accertarsi che la palestra sia pulita di frequente, che soprattutto siano disinfettati gli “appigli” dei vari attrezzi, i manubri e le maniglie. Inoltre è buona norma che i locali siano dotati di un impianto di areazione provvisto di appositi filtri, da pulire con periodicità, in modo particolare nei momenti di affollamento.

 

 

Fonte: Rishi Desai e altri, “Transmission of Norovirus Among NBA Players and Staff, Winter 2010–2011”, Clin Infect Dis, DOI: 10.1093/cid/cir682, 28 October 2011

 

Chiara Samperi

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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino e scrivo per Microbiologia Italia. Mi sono laureato a Messina in Biologia con il massimo dei voti ed attualmente lavoro come microbiologo in un laboratorio scientifico. Amo scrivere articoli inerenti alla salute, medicina, scienza, nutrizione e tanto altro.

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