Le epatiti virali sono processi infettivi a carico del fegato che possono differire tra loro sia per il quadro clinico che dal punto di vista etiologico. Si conoscono cinque tipi di virus epatitici (A, B, C, D ed E): cerchiamo di fare chiarezza capendo quali sono le varie forme di epatite, come si contraggono e manifestano.
Epatite virale A
Che cos’è? E’ una malattia infettiva a carico del fegato causata dall’ virus dell’epatite A (HAV); si tratta di una malattia molto diffusa, estremamente frequente nei Paesi con scarse condizioni igienico-sanitarie.
Come si trasmette? E’ una malattia che si trasmette con l’ingestione di acqua ed alimenti contaminati dalle feci di soggetti malati (cosiddetta via oro-fecale). Per tale motivo l’epatite A è diffusa nei Paesi in via di sviluppo o in zone in cui si consumano frutti di mare provenienti da acque contaminate. Condizioni ambientali scarsamente igieniche, scarsa igiene personale e nella preparazione degli alimenti favoriscono la trasmissione dell’infezione da virus A. Con le trasfusioni è invece difficile trasmettere il virus dell’epatite A perché il virus scompare dal corpo del soggetto, dopo la guarigione; a meno che il donatore sia nella fase attiva della malattia (ma per questo motivo il sangue è controllato).
Come si manifesta? Dopo un periodo di incubazione variabile (15-40 giorni) possono comparire sintomi quali inappetenza, malessere generale, febbre, nausea, pipì color marsala (per la presenza di bilirubina). Tuttavia, la risposta immunitaria specifica anti-HAV è molto efficiente nell’eradicare il virus: di solito, si guarisce del tutto e l’infezione non cronicizza. In Italia, il virus HAV è molto diffuso: nelle regioni del Sud, dove il consumo di mitili crudi è assai frequente, circa il 90% della popolazione è immunizzata verso questo virus (ovvero ha sviluppato gli anticorpi specifici).
Esiste il vaccino? Sì, esiste un vaccino sicuro ed efficace raccomandato a persone a rischio come portatori cronici di virus epatitici B, C, viaggiatori, personale addetto alla manipolazione degli alimenti.
Epatite virale B
Che cos’è? L’infezione da virus dell’epatite B (HBV) è molto diffusa in tutto il mondo e si associa a epatite acuta, fulminante (1% dei casi), cronica (si pensi alla cirrosi epatica) e ad epato-carcinoma primitivo.
Come si trasmette? E’ una malattia che si trasmette venendo a contatto con liquidi biologici quali sangue e suoi derivati, sperma e liquidi vaginali infetti; la trasmissione può avvenire anche da madre infetta al bambino durante la gravidanza.
Come si manifesta? L’epatite virale B, dopo un periodo di incubazione di 2-6 mesi dall’infezione, si manifesta con la comparsa di inappetenza, malessere generale, febbre e nausea. Dopo qualche giorno compare l’ittero, cioè la presenza di colorito giallognolo della pelle, dovuto alla aumentata concentrazione di bilirubina nel sangue a causa della diminuita funzionalità del fegato. Anche le sclere (la parte bianca dell’occhio) possono tendere al colore giallo. Nella maggior parte dei casi la malattia guarisce e nel sangue rimane la presenza di anticorpi anti-virus dell’epatite B (anti-HBc, anti-HBs, anti-HBe) che testimoniano l’avvenuta infezione. In un certo numero di casi, però, a seguito di alcuni fattori di rischio quali diabete, infezione da HIV, dialisi, il virus continua a replicarsi e a produrre particelle infettanti, gli anticorpi protettivi non si formano, ed in tale situazione il soggetto può trasmettere l’infezione ad altre persone, la sua malattia può cronicizzare ed evolvere verso quadri clinici di grave compromissione epatica (epatite cronica, cirrosi epatica fino a carcinoma primitivo del fegato).
Esiste il vaccino? Si e dal 1991 è obbligatoria nonché utilissima! Si somministra in tre dosi intramuscolari (tempo 0, dopo 1 mese e poi dopo 6/12 mesi dalla seconda dose).
Epatite virale C
Che cos’è? E’ una malattia infettiva causata da un virus che colpisce il fegato. L’ Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha stimato che nel mondo circa 170 milioni di soggetti (3-4% della popolazione globale) hanno un ‘infezione cronica da HCV (virus dell’epatite C) e che, ogni anno, circa 4 milioni hanno un’infezione acuta da HCV.
Come si trasmette? E’ una malattia che si trasmette venendo a contatto con liquidi biologici quali sangue e suoi derivati infetti; il rischio di trasmissione con rapporti sessuali, per gli operatori sanitari durante l’assistenza medico-chirurgica, da madre infetta al bambino durante la gravidanza, è basso. Pertanto, l’esposizione accidentale a sangue infetto resta la principale modalità di ingresso del virus nell’ospite.
Come si manifesta? L’epatite virale C, dopo un periodo di incubazione che va dalle 2 settimane a 26 settimane, si manifesta con una sintomatologia sfumata (infezione subclinica), in modo più subdolo rispetto all’epatite B con nausea, affaticamento, perdita di appetito, cefalea e, a volte, febbre e dolori addominali e può, molto frequentemente, cronicizzare ed evolvere verso quadri clinici di grave compromissione epatica. Il 75-85% dei pazienti, infatti, non riesce ad eradicare l’infezione ma sviluppa un’infezione cronica che, in presenza di fattori di rischio, può evolvere negli anni verso la cirrosi epatica e l’epatocarcinoma.
Esiste il vaccino? Attualmente non è disponibile un vaccino in grado di prevenire l’infezione da HCV nell’uomo.
Epatite virale D
Questa forma di epatite è di interesse solo per i pazienti positivi all’HBV; il virus dell’epatite D (HDV), infatti, necessita del virus HBV per potersi replicare. Da un punto di vista medico, è importante sapere se l’infezione con l’HDV è avvenuta simultaneamente a quella da HBV o successivamente. Nel primo caso, infatti, si parla di coinfezione e la patologia epatica, nel 90% dei casi, va incontro a guarigione; nel secondo caso, quando l’HDV viene contratto successivamente al virus B, i pazienti hanno il 70-96% di probabilità di andare incontro alla cronicità nonché alla cirrosi. Ovviamente, la vaccinazione per l’HBV protegge anche da questa infezione.
Epatite virale E
Per l’epatite virale E vale quanto detto per la A con la differenza che si tratta di un’infezione prevalentemente diffusa in Asia sud-orientale e centrale. Ma anche nei paesi meridionali dell’ex Unione Sovietica, in Africa ed in Messico.
Fabrizio Visino
fonti: Principi di Virologia Medica (Antonelli), salute.gov.it