Menù del giorno: Fragole all’Epatite A

Ancora una volta è a rischio la salute di noi consumatori. La mancata igiene e irregolarità nei controlli di filiera hanno provocato un’epidemia di Epatite A negli Stati Uniti in Virginia. Sotto accusa sono le fragole provenienti dall’ Egitto che hanno trasmesso il virus a circa 70 persone, di cui 30 trasportate all’ospedale. I casi di Epatite potrebbero aumentare dato che i sintomi possono mostrarsi anche dopo 50 giorni dall’infezione. La malattia infettiva del fegato provoca nausea, vomito, diarrea, pelle gialla, febbre e in casi estremi insufficienza epatica; causata dal virus HAV a singolo filamento, appartenente agli Hepatovirus, trasmesso per via oro-fecale. L’epatite è il risultato della risposta immunitaria contro il virus che si lega agli epatociti rilasciando il genoma, l’RNA legandosi ai ribosomi compete con l’mRNA cellulare bloccando la traduzione. Avvenuta la replicazione dell’ RNA virale si forma il virione che viene immesso nella bile tramite esocitosi e eliminato con le feci. Il contatto con acqua, materiali inquinati e mani non lavate adeguatamente provoca l’infezione.

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I pazienti hanno ammesso di aver consumato frullati di fragole da un’importante catena degli Stati Uniti, questo spaventa molto e la Food Standard Administration, agenzia alimentare americana, sta effettuando controlli per individuare l’origine della contaminazione. Particolarmente resistente all’ambiente, il virus potrebbe essere stato trasmesso alle fragole tramite acqua infetta ed  essendo state trasportate congelate, il virus non è stato eliminato.

Un caso simile si verificò in Italia nel 2013 e l’accusa cadde sui frutti di bosco congelati, infatti dato che il virus sopravvive a basse temperature ed è inattivato oltre i 60 °C, le aziende alimentari sono state obbligate a bollire il prodotto prima di congelarlo.

Nonostante le fragole egiziane sono state segnalate nella black list pochi mesi fa dalla Coldiretti come cibi più contaminati, i controlli non sono stati effettuati correttamente. Bisogna porre molta attenzione all’igiene dei prodotti alimentari non tralasciando nessun “ingrediente”, tra cui l’acqua, il più banale ma il principale veicolo di contaminazioni. La cottura dei cibi rimane il più antico e attuale metodo di prevenzione.

Veronica Nerino

Fonti: www.ilfattoalimentare.it

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