“Non voglio fare il vaccino perché non so cosa ci sia dentro!”
Abbiamo letto e sentito spesso frasi del genere, eppure, quando abbiamo mal di testa, ricorriamo subito ad antidolorifici senza pensarci due volte. Detto francamente, chi mai si preoccupa di sapere cosa ci sia dentro un medicinale di uso quotidiano? Forse è giusto far chiarezza su alcune dinamiche che vengono viste ancora con un velo di scetticismo.
La pandemia che stiamo fronteggiando da quasi un anno è un battaglia ancora lunga che ci sta dando del filo da torcere. Le speranze sono riposte nel vaccino che sembra essere la luce in fondo al tunnel, si, ma non per tutti!
Sebbene sulla questione vaccino ci sia in atto una sfida scientifica (in termini di efficacia) e logistica (in termini di distribuzione), al contempo ce n’è un’altra, forse tra le più temute, da combattere: una sfida comunicativa. Difatti i sondaggi confermano che, non appena sarà data la possibilità, a livello internazionale e nazionale una buona percentuale di popolazione non correrà a vaccinarsi. Cosa significa ciò?
La scienza ci dice che per raggiungere la famosa “immunità di gregge” un’altissima percentuale di persone deve essere immune all’infezione virale, e quindi deve vaccinarsi!
Cos’è l’immunità di gregge?
La vaccinazione ha l’effetto diretto di proteggere il soggetto vaccinato nei confronti dell’agente infettivo, in questo caso da SARS-CoV-2. Tuttavia, le vaccinazioni estese su gran parte della popolazione a rischio comportano anche un effetto protettivo sui soggetti non vaccinati; questo effetto indiretto è noto come immunità di gregge o immunità di gruppo. Ciò significa che, se la maggior parte della popolazione è immune, il patogeno non troverà soggetti suscettibili e verrà protetta anche quella fetta di popolazione che, per svariati motivi, non si è vaccinata. Per ottenere un tale risultato, tuttavia, è necessario che oltre il 90% della popolazione totale sia immune. Dunque un numero molto alto!
L’immunità di gregge potrebbe essere ottenuta spontaneamente lasciando che la maggior parte della popolazione si infetti, ma questa ipotesi è improponibile, specialmente nella vicenda pandemica attuale, perché sarebbe gravata da un numero inaccettabile di decessi e di ricoveri in terapie intensive, mandando il sistema sanitario pubblico e privato al collasso. Dunque l’unico modo per ottenere un’immunità di gregge efficace è solo attraverso un’adeguata campagna vaccinale che coinvolga il maggior numero di persone.
Il nuovo vaccino anti-Covid-19
The New England Journal of Medicine, una tra le riviste più prestigiose al mondo, ha finalmente pubblicato un articolo che attesta la straordinarietà di un nuovo vaccino tanto efficace quanto sicuro. La notizia, che da un lato ha fatto nascere scetticismi e perplessità, ha dato speranze per un celere ritorno alla normalità.
Quello scoperto è un vaccino a mRNA efficace al 95%, una percentuale altissima considerando il fatto che un vaccino non sarà mai efficace al 100%.
Cos’è un mRNA e cosa s’intende per “vaccino a mRNA”?
L’mRNA, o RNA messaggero, è il materiale genetico che contiene le istruzioni per sintetizzare nuove proteine. Trasporta le informazioni genetiche, codificate dal DNA, dal nucleo cellulare al citoplasma, dove verranno utilizzate per mettere insieme i “mattoncini” costituenti le proteine, ovvero gli amminoacidi. Questo processo è fondamentale per costruire, riparare e mantenere tutte le funzioni biologiche. Questo è ciò che fa il nostro corpo costantemente.
Il virus SARS-CoV-2 presenta sulla sua superficie una proteina, chiamata proteina Spike (S). Essa è la chiave d’ingresso mediante la quale il virus entra nelle nostre cellule, a seguito dell’interazione con il recettore ACE-2 posto sulla cellula umana per infettarla. E’ chiaro che, per bloccare l’infezione, è necessario “schermare” la proteina Spike. Come si può fare? Sono necessari degli anticorpi specifici che riconoscano quella proteina, bloccandola.
Per stimolare la produzione di anticorpi contro la proteina Spike, i ricercatori hanno prodotto in laboratorio piccoli segmenti di mRNA che contengono le istruzioni per “costruire” la proteina S. Iniettando questi segmenti nel corpo umano, verranno catturati dalle cellule le quali acquisiranno le “istruzioni” per produrre la Spike. Questa proteina, da sola, è assolutamente innocua, ma sufficiente per “allarmare” il sistema immunitario che viene indotto a produrre anticorpi.
Il vaccino sviluppato da Pfizer e Moderna, contiene proprio i segmenti di mRNA. Se una persona vaccinata entra a contatto con il virus, i suoi anticorpi riconosceranno la Spike (perché già “incontrata” nell’attacco simulato col vaccino) attaccandola prima che provochi l’infezione.
Sicurezza del vaccino anti-Covid
Il bello della scienza è il saper dimostrare ciò che viene acclarato. Gli studi condotti dimostrano che il vaccino è assolutamente sicuro. Perché?
Secondo la sopracitata testata scientifica inglese, la sicurezza e l’efficacia del vaccino sono state confermate attraverso studi randomizzati su decine di migliaia di persone nella fase tre. Si parla molto della velocità con cui è stato sviluppato questo vaccino, ma bisogna tenere in considerazione che sono stati messi a disposizione ingenti finanziamenti. Tra l’altro è la prima volta che vengono trovati così tanti volontari per la sperimentazione in tempi rapidissimi.
Il vaccino è sicuro anche nei soggetti allergici? Ebbene, si sono manifestate molte incertezze attorno alla questione, specialmente dopo aver appreso la notizia arrivata dal Regno Unito che ha dato il via alla profilassi contro SARS-CoV-2. Infatti, due operatori sanitari di 40 anni fortemente allergici, che si sono sottoposti alla vaccinazione, hanno riscontrato una reazione allergica leggera. Alla luce di ciò è stato ampiamente confermato che questi soggetti possono essere vaccinati; mentre le persone fortemente allergiche – con manifestazioni shock anafilattiche- andrebbero vaccinate in ambiente ospedaliero.
Gli immunocompromessi, quali i pazienti oncologici in chemioterapia, le donne in gravidanza e i bambini sono, al momento, esclusi dalla vaccinazione poichè sono necessari ulteriori studi clinici su queste categorie.
Limiti del vaccino
Lo svantaggio di un vaccino a mRNA è la sua instabilità. Per mantenere la sua efficacia, deve essere mantenuto a temperature pari a -70°C e ciò richiede attrezzature adeguate per stoccaggio e trasporto. Questo potrebbe rendere la distribuzione più difficile in alcuni paesi.
L’immunità del vaccino a lunga durata è ancora dubbia, ma dovrebbe essere compresa tra 8-12 mesi. Sarà necessario fare un richiamo nel tempo. I pazienti che per primi si sono ammalati e guariti dal Covid-19 sono rimasti immuni nel tempo, con un massimo di 8 mesi verificati. Su larga scala, sono rari i casi osservati di pazienti che si sono riammalati una seconda volta. Questo conferma che la malattia conferisce l’immunità pari, almeno, a 8 mesi. Gli scienziati stanno cercando di capire se che questo lasso di tempo può essere esteso fino ai 12 mesi.
Chi sono i no-vax?
Purtroppo, nonostante la campagna vaccinale, sono molti gli scettici che si oppongono al vaccino, quelli che nel gergo chiamiamo no-vax.
Con il termine no-vax, o antivaccinismo, si indica la posizione di coloro che si oppongono alla somministrazione dei vaccini, adottando una posizione contraria alla comunità scientifica che ne conferma invece l’importanza, l’efficacia e la sicurezza.
Sono tanti i motivi che hanno portato alla luce questo scetticismo insito in una percentuale, troppo alta, di popolazione. Si pensa che la vaccinazione sia una pratica dannosa per la salute o che vengano nascoste reazioni avverse. Addirittura si dice che venga fatta solo per far arricchire le aziende produttrici dei vaccini. Queste errate convinzioni sono frutto di una sbagliata concezione nel saper dosare rischi e benefici di un vaccino. Molto spesso si sottovaluta la pericolosità di una malattia, facendo prevalere convinzioni infondate e prive di validità scientifica.
Molte tesi sostenute dagli antivaccinisti sono alimentate da fake news che girano sul web, ma spesso si basano anche su teorie del complotto o della cospirazione.
Autismo e vaccino: falsi miti
I messaggi allarmanti che vengono divulgati, soprattutto attraverso il web, hanno contribuito alla generazione di movimenti radicalmente contrari alla somministrazione dei vaccini. Quando si parla di vaccini nei bambini insorgono spesso dubbi all’interno della comunità: credere che ci sia una correlazione tra vaccino e autismo è assolutamente sbagliato.
Negli anni Novanta uno studio inglese pubblicato su The Lancet ha sollevata l’ipotesi per cui il vaccino MPR, vaccino di immunizzazione contro morbillo, parotite e rosolia, potesse essere associato ad autismo. L’ipotesi è stata successivamente valutata da numerosi studi condotti sia in Europa che negli USA, ma nessuno di questi ha confermato l’esistenza di una relazione causale tra vaccino MPR e autismo. Gli stessi autori dello studio inglese hanno successivamente ritirato le loro conclusioni e nel 2010 la stessa rivista ha formalmente ritirato tale articolo.
Un’interessante ricerca pubblicata nel marzo 2013 sul Journal of Pediatrics (“Increasing Exposure to Antibody-Stimulating Proteins and Polysaccharides in Vaccines Is Not Associated with Risk of Autism“) descrive uno studio effettuato su 256 bambini con disturbi dello spettro autistico, confrontati con 752 bambini non autistici. E’ stata quantificata la loro esposizione totale cumulativa, nei primi due anni di vita, ad antigeni contenuti nei vaccini, insieme al numero massimo di antigeni a cui i bambini erano stati esposti nelle singole sedute vaccinali. I risultati hanno mostrato e confermato che non c’è alcuna connessione tra vaccino e autismo.
Il vaccino in Italia
A inizio gennaio 2021 dovrebbe arrivare una sostanziosa fornitura iniziale di Pfizer in Italia, circa 3,4 milioni di dosi che basteranno per 1,8 milioni di persone. Dopo la prima iniezione, infatti, sarà necessario ricevere un richiamo nel giro di tre settimane. Il vaccino sarà gratuito in tutte le nazioni. Si darà precedenza al personale sanitario, agli ospiti delle case di cura per anziani, per poi passare a tutte le categorie a rischio e alle persone con età superiore ai 65 anni.
Sono stati ideati dei padiglioni per le vaccinazioni di massa, che verranno installati nelle più importanti piazze di tutta Italia. Padiglioni a forma di fiore, facilmente smontabili e riassemblabili realizzati con materiali naturali. “L’Italia rinasce con un fiore”, è questo lo slogan che accompagna questo simbolo: rinascita, speranza e luce che si inizia ad intravedere. Un messaggio importante in cui credere.
La mala informazione, che al giorno d’oggi viaggia molto velocemente tramite il web, può essere molto più pericolosa e deleteria di una pandemia. E’ doveroso fare un appello a tutti coloro che, purtroppo, si lasciano condizionare dagli scetticismi che dilagano senza rigor di logica. La scienza è l’unica che può concretamente farci uscire dal buio che stiamo vivendo.
Anna Maria Musto
Fonti
- Frank DeStefano, Cristofer S Prince, Eric S Weintraub, “Increasing exposure to antibody-stimulating proteins and polysaccharides in vaccines is not associated with risk of autism” Journal of Pediatrics, 2013.
- General Medical Council, Fitness to Practise Panel Hearing, 24 May 2010, Andrew Wakefield, “Determination of Serious Professional Misconduct” (PDF). General Medical Council.
- Fernando P. Polack, MD, Stephen J. Thomas, MD, Nicholas Kitchin, MD, Judith Absalon, MD, Alejandra Gurtman, MD, Stephen Lockhart, DM, John L. Perez, MD, Gonzalo Pérez Marc, MD, Edson D. Moreira, MD, Cristiano Zerbini, MD, Ruth Bailey, B.Sc., Kena A. Swanson, “Safety and Efficacy of the BNT162b2 mRNA Covid-19 Vaccine” The New England Journal of Medicine, 2020
- https://www.medicalfacts.it/2020/11/15/coronavirus-cose-un-vaccino-a-mrna/
- http://www.salute.gov.it/portale/news/p3_2_1_1_1.jsp?menu=notizie&p=dalministero&id=1524
- https://www.auxologico.it/approfondimenti/immunita-gregge-covid-19
- https://salute.gazzetta.it/salute/17-12-2020/covid-19-limmunologo-vaccino-in-sicurezza-anche-per-gli-allergici-51883
Interessante articolo. Volevo chiedere, se ci potrebbero essere problemi con il vaccino rispetto alla mutabilità del virus. Questa riflessione mi ha portato a fare paragoni per esempio con il virus dell’aids anche questo mutable e per il quale ancora nn esiste un vaccino nonostante sia conosciuto da decenni. Grazie