Biografia
Adelchi Negri nacque il 16 luglio 1876 a Perugia, capoluogo dell’Umbria. Iniziò a studiare alla facoltà di Medicina e Chirurgia presso l’Università degli Studi di Pavia, dove fu allievo e poi assistente del famoso scienziato Bartolomeo Camillo Emilio Golgi. Nel 1900 Negri conseguì con successo la laurea e successivamente iniziò ad effettuare diverse ricerche nel campo della citologia, istologia, ematologia, protozoologia e igiene. (Figura 1)
Nel 1903 Adelchi Negri durante lo studio delle cellule del Purkinje del cervelletto di animali e persone infette dalla rabbia, osservò la presenza di particolari inclusioni citoplasmatiche. Due anni dopo venne nominato assistente di Patologia generale e nel 1909 fu nominato professore di Batteriologia. Inoltre Adelchi partecipò alla campagna di eradicazione della malaria in Lombardia e allo studio del virus del vaiolo. Morì il 19 febbraio 1912 a Pavia alla giovane età di 35 anni a causa della tubercolosi.
Virus o protozoo?
Adelchi Negri nonostante la sua importantissima scoperta non aveva individuato correttamente quale fosse la natura dell’agente patogeno responsabile della patologia nota come rabbia. Infatti Negri riteneva erroneamente che le inclusioni citoplasmatiche che si formavano all’interno delle cellule del Purkinje fossero una parte del ciclo replicativo di una nuova specie protozoaria che chiamò “Neurocytes hydrophobiae“. Tuttavia nel 1904 Paul Remlinger e Alfonso di Vestea in maniera del tutto indipendente scoprirono che l’agente eziologico responsabile della rabbia fosse un virus. (Figura 2)
Il virus della rabbia e i corpuscoli del Negri
La rabbia è una zoonosi provocata dal virus della rabbia, questo si trasmette tramite il morso di un animale infetto. Quando il virus ha già infettato la cellula ed inizia la sua fase replicativa, porta alla formazione di inclusioni citoplasmatiche in cui sono presenti le componenti strutturali del virus. Nel 1903 Adelchi Negri scoprì e descrisse queste inclusioni citoplasmatiche e riportò la sua scoperta in un articolo intitolato “Contributo allo studio dell’eziologia della rabbia, pubblicato nel Bollettino della Società medico-chirurgica”; queste verranno poi chiamate “corpi del Negri” in onore del suo scopritore. (Figura 3)
Contributo scientifico
Adelchi Negri con la sua scoperta permise di facilitare la diagnosi in animali sospetti di aver contratto il virus della rabbia e qualora l’esito fosse stato positivo, il ritrovamento dei corpi del Negri permetteva di affermare con certezza la presenza del virus. Infatti le inclusioni osservabili nelle cellule infette rappresentano gli aspetti istologici più caratteristici dell’infezione virale. Inoltre egli stesso indicò le regole da seguire nell’osservazione ed identificazione dei corpi citoplasmatici.
Riconoscimenti
La città di Pavia ha dedicato una strada che costeggia l’ospedale Policlinico San Matteo e la sua tomba è stata posizionata tra la tomba dell’anatomista Bartolomeo Panizza e il suo maestro Bartolomeo Camillo Emilio Golgi nel cimitero monumentale di Pavia. (Figura 4)
Fonti
- https://it.wikipedia.org/wiki/Adelchi_Negri
- “Adelchi Negri and schools of General Pathology in Italy between the end of the nineteenth and beginning of the twentieth century” Alfredo Margareth Rend. Fis. Acc. Linceis. 9, v. 14:251-262 (2003)
- http://musei.unipv.eu/msu/adelchi-negri/
Ismael Sanchez Polanco