Biografia
Charles Chamberland nacque a Chilly-le-Vignole, nella regione della Franche-Comté, il 12 Marzo del 1851. Da questo villaggio sperduto, situato tra le zone collinari a metà tra il capoluogo Besançon e Lione, il giovane Charles si spostò per cercare fortuna accademica altrove. Lo fece a Parigi, dove si laureò prima in matematica, poi in scienze fisiche, nel 1875.
Si trasferì a Nimes per insegnare in un liceo, ma sapeva di dover seguire un’altra strada. Certo insegnare all’epoca era un lavoro di tutto rispetto, ma Charles, talentuoso scienziato, voleva di più. Contattò quindi il suo ex professore del Liceo “Rouget-de-l’Isle” a Lons-le-Saunier, manifestando tutta la sua insoddisfazione e chiedendogli aiuto per trovare una posizione migliore a Parigi.
Probabilmente perché era il suo pupillo ed aveva enorme fiducia in lui, ma la cosa importante è che il professore decise di accontentarlo come meglio non poteva all’epoca. Tramite i suoi contatti gli permise infatti di fare ritorno all’École Normale, prestigioso istituto dove si era laureato, come responsabile di un laboratorio creato da pochi anni e diretto da un’autorità dell’epoca: Louis Pasteur.
Sotto la sua direzione lavorò ad importanti scoperte ed invenzioni di enorme portata fino ai giorni nostri.
Venne nominato assistente direttore della École normale supérieure di Parigi, incarico di grande prestigio che gli permise di proseguire negli anni la collaborazione con Pasteur.
Si spense nel 1908 a causa di una malattia cronica.
Contributo scientifico: tra inventiva e casualità
In qualità di assistente di Pasteur, Chamberland potè lavorare ad importanti studi ed esperimenti, di portata mondiale sia dal punto di vista teorico che pratico. Non solo: grazie alle sue abilità, fu di grande aiuto anche sul piano strettamente tecnico, mettendo a punto una tecnica di sterilizzazione antesignana della moderna autoclave ed un filtro per la depurazione dell’acqua.
In maniera quasi fortuita, contribuì anche ad importanti scoperte sui vaccini, mentre lavorava con i batteri responsabili del colera aviare, zoonosi trasmissibile all’uomo. Al rientro da un periodo di vacanza, Charles si accorse di non avere inoculato i germi nei polli, ma di averli dimenticati in coltura. Ma anziché buttare le colture, scelse di somministrarle ai polli in un secondo momento. Il risultato fu che i volatili non svilupparono la malattia, se non in forma lieve. Raccontò tutto a Pasteur, una volta rientrato anch’egli da un viaggio, il quale lo invitò ad inoculare di nuovo batteri patogeni più “freschi”.
Questa dimenticanza fu la chiave della ricerca sui vaccini; se Pasteur aveva ragione, i batteri più potenti non avrebbero causato la morte nei polli; in caso contrario, dovevano cambiare strategia. Pochi giorni di attesa e capirono che la strada era quella giusta: i polli non si ammalarono, dimostrando che è possibile vaccinarsi utilizzando forme di patogeni attenuate. Entrambi, con la collaborazione del medico Emile Roux, avevano appena sconfitto il colera aviare.
Focus: il filtro Pasteur-Chamberland
Tolta la perseveranza e qualche colpo di fortuna, la genialità di Charles Chamberland era evidente a tanti livelli; come detto, anche dal punto di vista strettamente tecnico. Pasteur per i suoi esperimenti necessitava di acqua estremamente pura e chiese quindi di mettere a punto un sistema apposito per questo scopo.
Charles, in breve tempo, ideò un filtro costituito da un recipiente collegato all’estremità ad un supporto metallico e dentro al quale era inserita una candela di materiale poroso, come la porcellana, che serviva da agente filtrante utile a separare la parte solida, che rimaneva sulla superficie esterna della candela, da quella liquida, raccolta invece al proprio interno.
Noto oggi come candela di Chamberland, o filtro Pasteur-Chamberland (Figura 2), per l’epoca rappresentava il miglior sistema di filtraggio e costituì la base per invenzioni future, utilizzate ancora adesso. Ma l’impatto di questa invenzione fu notevole fin da subito; la possibilità di avere acqua pura e libera da batteri su larga scala impedì il diffondersi di malattie gravi come la febbre tifoide, molto diffusa ai tempi.
Premi e riconoscimenti
In tutti i suoi studi, Pasteur volle fortemente che anche i propri collaboratori venissero tributati dei giusti riconoscimenti.
Venne nominato Cavaliere della Legion d’Onore nel 1878 e membro onorario della Società di Biologia nel 1883.