Una nuova ricerca di un team di scienziati canadesi ha dimostrato per la prima volta in che modo l’esposizione alla luce ultravioletta B a banda stretta (UVB) possa influenzare direttamente la diversità del microbioma intestinale nell’uomo. La ricerca ipotizza che questo risultato sia modulato dalla vitamina D e presenti prove di un nuovo percorso di comunicazione pelle-intestino.
La nuova frontiera della ricerca
Si ritiene che le malattie autoimmuni come la malattia infiammatoria intestinale (IBD) e la sclerosi multipla siano causate da una serie di fattori ambientali e genetici. La diversità batterica intestinale, l’esposizione alla luce solare e i livelli di vitamina D, sono stati tutti osservati come fattori influenti per la malattia infiammatoria, tuttavia un nuovo studio afferma che una catena causale può collegare tutti e tre questi elementi.
La nuova ricerca ha esaminato 21 soggetti di sesso femminile a cui sono state somministrate tre sessioni di esposizione UVB a tutto il corpo di 60 secondi per una settimana. Campioni di sangue e fecali sono stati prelevati all’inizio e alla fine dello studio per tenere traccia delle variazioni dei livelli di vitamina D e della diversità batterica intestinale considerando anche che la metà dei soggetti aveva assunto integratori di vitamina D nei tre mesi invernali precedenti.
Risultati rivelatori
I risultati hanno rivelato aumenti significativi nella diversità del microbioma intestinale alfa e beta solo nei soggetti che non avevano assunto integratori di vitamina D. Questo è stato il primo studio sull’uomo a rilevare un legame diretto tra l’esposizione alla pelle UVB e le alternanze del microbioma intestinale.
Prima dell’esposizione ai raggi UVB, queste donne avevano un microbioma intestinale meno diversificato ed equilibrato rispetto a quelle che assumevano regolari integratori di vitamina D. L’esposizione ai raggi UVB ha aumentato la ricchezza e l’uniformità del loro microbioma a livelli indistinguibili dal gruppo integrato, il cui microbioma non è stato significativamente modificato.
I soggetti che non avevano assunto integratori di vitamina D hanno mostrato un aumento del 10% delle concentrazioni sieriche di vitamina D una settimana dopo la breve esposizione ai raggi UVB. La mancanza di alterazioni del microbioma nei soggetti che avevano consumato integratori di vitamina D suggerisce fortemente che la vitamina D è il fattore di mediazione che collega l’esposizione ai raggi UVB e la diversità microbica intestinale.
In questo studio sono stati mostrati nuovi entusiasmanti dati secondo cui la luce UVB è in grado di modulare la composizione del microbioma intestinale nell’uomo, attraverso la sintesi della vitamina D, anche se il meccanismo causale in gioco è ancora sconosciuto e la vitamina D potrebbe non spiegare l’intero legame tra l’esposizione ai raggi UVB e la diversità dei microbiomi.
Fase esplorativa
È probabile che l’esposizione alla luce UVB in qualche modo alteri il sistema immunitario nella pelle, il che a sua volta può influenzare l’habitat intestinale per i diversi batteri.
La fase successiva della ricerca è esplorare l’effetto della luce UVB sul microbioma in gruppi più grandi di soggetti umani. Sarà anche importante studiare ulteriormente il legame meccanicistico tra luce solare, vitamina D e microbioma. I ricercatori osservano che le esacerbazioni nell’attività IBD sono state associate a bassi livelli di vitamina D, quindi i risultati di questo nuovo studio suggeriscono certamente che questo legame può essere modulato da interruzioni del microbioma intestinale.
Le aspettative
I risultati di questo studio hanno implicazioni importanti per le persone che si sottopongono alla fototerapia UVB e identificano un nuovo asse dell’intestino che può contribuire al ruolo protettivo dell’esposizione alla luce UVB in malattie infiammatorie come la SM e l’IBD.
Alice Marcantonio
Fonte:
- Else S. Bosman, et al. Skin Exposure to Narrow Band Ultraviolet (UVB) Light Modulates the Human Intestinal Microbiome. Front. Microbiol., 24 October 2019 | https://doi.org/10.3389/fmicb.2019.02410
- https://www.microbiologiaitalia.it/altro/nei-rossi/