La vita moderna può essere una fonte importante di stress, che in molti casi raggiunge livelli tali da diventare costante nelle nostre vite. Questo può influire negativamente sulla nostra salute fisica e mentale, ma quali sono i meccanismi fisiologici alla base di questi danni?
Cos’è lo stress cronico?
Il termine “stress” è stato utilizzato in ambito biologico a partire dal 1936 con Hans Selye, che lo ha definito come “la risposta aspecifica dell’organismo a qualsiasi richiesta di cambiamento”. In sintesi, esistono vari tipi di stress e si possono dividere principalmente in due gruppi: stress acuto e cronico.
Lo stress acuto è solitamente meno grave e passeggero, e normalmente ci si riprende più velocemente da esso. Un esempio può essere l’incombenza di un esame all’università o non essere preparati per una presentazione a lavoro. D’altra parte, lo stress cronico è uno stimolo negativo persistente che a lungo andare è molto nocivo per la salute, come ad esempio avere problemi economici o vivere in una condizione di isolamento sociale.
Gli effetti dello stress cronico e acuto
Per prevenire e curare gli effetti negativi dello stress, è però necessario conoscerne il meccanismo alla base. Per questo gli scienziati stanno cercando di capire il modo preciso con cui lo stress cronico ha effetto su di noi. Ormai da anni i ricercatori hanno stabilito senza ombra di dubbio che lo stress persistente danneggia gravemente la nostra salute, ad esempio causando danni al nostro sistema cardiovascolare o al sistema immunitario, rendendoci più vulnerabili alle malattie.
In particolare, già dagli anni ’80 è stato dimostrato come lo stress subito dagli studenti universitari in procinto di un esame altera la loro risposta immunitaria ai vaccini, peggiorandola. Inoltre, gli adulti che subiscono stress cronico producono meno anticorpi rispetto al controllo. Infine, alcuni ricercatori hanno scoperto che più le persone subiscono stress psicologico, più sono suscettibili al comune raffreddore e più producono delle molecole importanti nel processo di infiammazione: le citochine. Alti livelli di queste molecole pro-infiammatorie sono associati inoltre all’invecchiamento cellulare, e dunque rappresentano target interessanti per risolvere lo stress cronico a livello molecolare.
Come agisce a livello cellulare
In questo contesto, uno studio recente sui passeri (Passer domesticus) ha dimostrato come lo stress cronico produce anche danni a livello del DNA. In particolare, i ricercatori hanno prelevato alcuni esemplari di passeri adulti dal loro habitat naturale e li hanno divisi in gruppi per sottoporli ogni giorno a diversi tipi di stress: il rumore di una radio, la voce di una persona, luci forti, eccetera per una durata di almeno 30 minuti nel corso di 6 mesi. Inoltre, la cattività in sé è stata considerata come fattore di stress per gli uccelli.
Conseguentemente, è stata misurata la capacità di guarigione da un’infezione che i passeri divisi in quattro gruppi (livelli di stress: basso, medio e alto e solo cattività) avevano. Il gruppo che ha subito alti livelli di stress cronico non è stato in grado di combattere le infezioni in modo normale, indicando che la funzione immunologica di questi animali è diminuita drasticamente. Oltre a questo, campioni di sangue e tessuti di questi animali hanno rivelato che il loro DNA subiva dei danni, specialmente nelle cellule del fegato e dei reni.
In realtà è normale che di tanto in tanto il DNA subisca dei danni, perché questi possono essere riparati velocemente grazie a dei sistemi di riparazione presenti nelle nostre cellule. Nonostante ciò, vi è l’ipotesi che sia proprio lo stress a inceppare questi meccanismi di riparazione, rendendoli meno efficaci. In questo modo, un tipo molto pericoloso di rottura del DNA, chiamato DSB (double-strand-break, o rottura a doppio filamento), rischia di accumularsi in maggiore quantità.
Nonostante queste interessanti ipotesi, i ricercatori ancora non sanno abbastanza su come lo stress cronico influisce sul sistema immunitario o sul DNA, ma con questi studi recenti ci portano un passo più vicini a scoprire come migliorare la risposta del nostro organismo alle continue richieste di cambiamento.
Fonti
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Crediti immagini:
- Immagine in evidenza e Figura 1: https://cdn.gvmnet.it/admingvm/media/immagininews/cuoreevasi/stress_cuore_conseguenze.jpeg
- Figura 2: https://www.unicusano.it/blog/wp-content/uploads/2018/03/struttura-del-dna.jpg