Perché alcune persone che fanno attività fisica diventano obese?

L’obesità è una condizione complessa e multifattoriale che affligge molte persone in tutto il mondo. Nonostante l’impegno di alcune persone nell’adottare uno stile di vita sano e fare molta attività fisica, molte di loro continuano a lottare contro l’obesità. Questa problematica solleva una domanda importante: Perché alcune persone diventano ugualmente obese anche se fanno molta attività fisica? La risposta a questa domanda risiede, in parte, nella predisposizione genetica. Recenti studi hanno esaminato come i geni influenzino la possibilità di diventare obesi, anche in presenza di uno stile di vita attivo.

Il ruolo dei geni nell’obesità

Un gruppo di ricercatori del Vanderbilt University Medical Center di Nashville ha recentemente misurato, in uno studio pubblicato ad aprile sul New England Journal of Medicine, come i geni incidano sulla possibilità di diventare obesi in una coorte di persone di cui è stata misurata l’attività fisica in passi-giornalieri.

Lo studio

Per farlo, i ricercatori hanno utilizzato il conteggio dei passi e i dati genetici provenienti da un set già esistente della popolazione degli Stati Uniti. Il rischio genetico per l’obesità è stato determinato utilizzando un precedente studio sull’intero genoma chiamato AoURP, che ha individuato alcuni geni implicati nel rischio di obesità e che è servito a creare quartili di punteggio di rischio (in sigla, PRS) per 3.100 adulti di origine europea con età media di 53 anni, che non erano obesi all’inizio dello studio. I partecipanti hanno camminato in media 8.300 passi al giorno e sono stati seguiti per una media di 5,4 anni, durante i quali l’obesità si è sviluppata nel 13% dei soggetti nel quartile PRS più basso e nel 43% nel quartile più alto.

I risultati

Gli scienziati hanno determinato come un paziente con predisposizione all’obesità avesse bisogno di fare 3.000-4.000 passi aggiuntivi al giorno per abbassare il suo rischio a livello di una persona geneticamente non predisposta. Sebbene lo studio abbia importanti limiti, come il non aver considerato il tipo di alimentazione della popolazione presa in esame, offre lo spunto per una serie di riflessioni sull’obesità e sul ruolo dei geni.

Intervista con la biologa e nutrizionista Ilaria Prandoni

Per approfondire l’argomento, abbiamo intervistato Ilaria Prandoni, biologa e nutrizionista del Palazzo della Salute del Gruppo San Donato.

L’obesità è una malattia alla nascita o che insorge nel corso della vita?

«Entrambe le risposte. L’obesità è una patologia multifattoriale proprio perché ci sono dei fattori che entrano in gioco nello sviluppo che sono modificabili, però c’è anche una genetica che predispone al rischio».

Si conosce quali siano i geni coinvolti nella predisposizione all’obesità?

«Gli studi GWAS (Genome-Wide Association Studies) hanno identificato diversi geni correlati all’obesità. Il GWAS è un approccio usato nella ricerca per identificare variazioni geniche tra individui e per cercare associazioni tra specifiche varianti genetiche e determinate condizioni, per esempio una malattia».

Come può interessare questa conoscenza scientifica a un paziente nella pratica clinica?

«Attualmente il punteggio di rischio (PRS) non viene utilizzato, di routine, nella pratica clinica ma vengono raccolti altri dati, per esempio sul tipo e sull’intensità dell’attività fisica e sul comportamento alimentare. Come auspicano gli autori dello studio americano, si spera che a breve questo indice rientrerà nella pratica clinica per andare a personalizzare al meglio le indicazioni fornite ai pazienti. La “salute di precisione” è una frontiera di un futuro non troppo lontano».

È importante capire che l’obesità è una malattia?

«Sì è riconosciuta come patologia dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. Una parte del problema, la causa, può essere genetica. Nell’introduzione alla ricerca si ricorda che l’obesità ha un sostanziale contributo genetico che va dal 40 al 70%. Significa che buona parte di ciò che accade ad alcune persone in merito al peso è dovuto alla genetica e non alla mancanza di volontà. È un discorso importante contro lo stigma che molti devono affrontare. Nella pratica, capita di avere persone molto demoralizzate che, nonostante seguano tutte le raccomandazioni, non riescono a ottenere il risultato. Dall’altra parte è bene ricordare che si possono tentare molte strade e moltissime risolvono il problema».

Come si comporta il corpo di una persona con geni sfavorevoli per l’obesità?

«Nonostante gli sforzi che fa per mantenere uno stato di normopeso, il rischio di sviluppare obesità di quella persona rimane e, quindi, si potrebbe concretizzare. Si potrebbe ritrovare con un eccesso ponderale pur avendo seguito le indicazioni giuste per rimanere in salute; è come se i geni “giocassero contro”».

A livello empirico, senza test genetici, si capisce se una persona è più o meno predisposta al sovrappeso?

«Se una persona mangia sano (secondo i suoi fabbisogni, quindi né troppo poco né troppo), non assume particolari farmaci e si muove e nonostante questo aumenta di peso, vuol dire che c’è qualcosa che non va. Nel corso del tempo sarà anche più chiaro come alcuni alimenti possono modificare il DNA, è la frontiera del futuro. In alcuni istituti si incominciano ad effettuare gli esami genetici per valutare la predisposizione all’obesità di un individuo ma nella pratica clinica non sono ancora diffusi».

Che cosa si può fare nel caso di predisposizione a prendere peso?

«Non si può portare una persona alla fame, né dire che si deve muovere per moltissime ore al giorno. Si cerca un equilibrio sostenibile con le molte soluzioni a disposizione. Un’altra opzione che solo in certi specifici casi i medici consigliano è il trattamento farmacologico (con farmaci validati scientificamente e approvati dalle agenzie regolatorie, AIFA ed EMA). Nella maggior parte delle situazioni si cerca di calibrare meglio alcuni aspetti, per esempio il tipo di attività fisica praticata e la sua distribuzione nell’arco della settimana e/o il comportamento alimentare. Per i casi più complessi (fino alla chirurgia bariatrica) ci sono i centri con team multidisciplinari».

Conclusione sul Perché alcune persone che fanno attività fisica diventano obese

L’obesità è una condizione complessa e multifattoriale, influenzata sia da fattori modificabili che da una significativa componente genetica. La ricerca scientifica continua a esplorare il ruolo dei geni nell’obesità, offrendo nuove prospettive per la prevenzione e il trattamento. È importante comprendere che l’obesità è una malattia riconosciuta e che il contributo genetico non deve essere sottovalutato. Con l’avanzare della medicina di precisione, si spera che le conoscenze genetiche possano essere integrate nella pratica clinica per fornire cure sempre più personalizzate e efficaci.

FAQ sull’Obesità e la Predisposizione Genetica

1. Perché alcune persone diventano obese nonostante facciano molta attività fisica?

Le persone possono diventare obese anche se fanno molta attività fisica a causa della predisposizione genetica. I geni possono influenzare il metabolismo, la regolazione dell’appetito e il modo in cui il corpo accumula grasso. Anche con uno stile di vita attivo, le persone con una predisposizione genetica all’obesità possono trovare più difficile mantenere un peso sano.

2. Quali geni sono coinvolti nella predisposizione all’obesità?

Gli studi di associazione sull’intero genoma (GWAS) hanno identificato diversi geni associati all’obesità. Questi geni possono influenzare vari processi biologici, come il metabolismo dei lipidi, la regolazione dell’appetito e il bilancio energetico. Alcuni di questi geni includono FTO, MC4R, e TMEM18.

3. Come influisce la predisposizione genetica sulla gestione del peso?

Le persone con una predisposizione genetica all’obesità possono avere bisogno di fare più sforzi per mantenere un peso sano. Questo può includere un aumento dell’attività fisica, una dieta più rigorosa e una maggiore attenzione al bilancio energetico. Nonostante ciò, la genetica può rendere più difficile perdere peso o evitare di ingrassare.

4. È possibile superare la predisposizione genetica all’obesità?

Anche se la predisposizione genetica può rendere più difficile mantenere un peso sano, non è insormontabile. Modifiche dello stile di vita, come una dieta equilibrata, l’esercizio fisico regolare e una buona gestione dello stress, possono aiutare a mitigare gli effetti dei geni. Inoltre, la ricerca continua a esplorare nuovi modi per personalizzare le strategie di gestione del peso basate sul profilo genetico individuale.

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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino e sono il creatore di Microbiologia Italia. Mi sono laureato a Messina in Biologia con il massimo dei voti ed attualmente lavoro come microbiologo in un laboratorio scientifico. Amo scrivere articoli inerenti alla salute, medicina, scienza, nutrizione e tanto altro.

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