Negli ultimi anni è stato messo in evidenza il ruolo chiave del microbiota, insieme dei microrganismi presenti nell’uomo, nell’omeostasi dell’organismo non solo in stato di benessere ma anche in condizioni patologiche incluse le malattie autoimmuni. Queste ultime hanno una incidenza mondiale del 3-5% e sono definite da eziologia multifattoriale perché scatenate dalla combinazione di fattori genetici e ambientali. L’implicazione del microbiota è stata dimostrata infatti, in malattie come il diabete mellito di tipo 1, l’artrite reumatoide, le malattie infiammatorie intestinali e recentemente la psoriasi. La psoriasi è una condizione patologica della pelle caratterizzata da una iperproliferazione dei cheratinociti (cellule dell’epidermide) che induce una infiammazione cronica scatenata e mantenuta da linfociti T helper 1, 17 e 22. L’esordio e il decorso caratterizzato da periodiche fasi di peggioramento (comparsa di placche cutanee dovute a ispessimento della pelle) sembrano essere legate all’esposizione a fattori ambientali non ancora noti in individui geneticamente predisposti (componente ambientale e genetica). Tuttavia si ritiene che i meccanismi alla base della patogenesi riguardino l’attivazione del sistema immune verso un antigene self (cioè propri dell’organismo) non più riconosciuto come tale o la disbiosi del microbiota che a sua volta innesca la risposta immunitaria. Quale dei due costituisca l’evento scatenante non è chiaro soprattutto per la mancanza di ricerche approfondite e sistematiche e la variabilità tra i metodi di campionatura e analisi. Ciò si traduce nella mancanza di consenso sulla composizione del microbiota psoriasico nonostante alcuni studi sembrano evidenziare aumentati livelli di Streptococcus e ridotti livelli di Propionibacterium nei pazienti rispetti a soggetti sani. La bassa abbondanza di Propionibacterium, i maggiori componenti del microbiota cutaneo e produttori di acidi grassi a catena corta (SCFA) e propionato potrebbe aumentare i livelli di infiammazione dato il ruolo di queste molecole nella regolazione del sistema immune.
In particolare il sistema immune si trova da un lato a mantenere tolleranza verso le specie naturalmente presenti nell’organismo; dall’altro deve essere in grado di attivarsi in risposta a microrganismi potenzialmente dannosi quali commensali, patobionti (normalmente simbiotici ma patogeni in caso di disbiosi) e patogeni esterni. Questa relazione microbiota-immunità sembra essere reciprocamente influenzabile in quanto il microbiota stesso è in grado di alterare la funzione immune innata e adattiva. A conferma, un recente studio ha analizzato il genoma dei soggetti psoriasici evidenziando il coinvolgimento di geni appartenenti al sistema immune innato, adattivo e alla funzione di barriera epidermica tra i quali geni dell’asse delle cellule T helper 17, del fattore di trascrizione pro-infiammatorio NF-kB e del complesso maggiore di istocompatibilità di classe I.
Ulteriori studi permetterebbero così interventi terapeutici mirati che possano aiutare il paziente afflitto dalla cronicità della patologia, agendo appunto sulla modulazione del microbiota come si verifica nel caso della somministrazione di alimenti probiotici utili per le sindromi infiammatorie intestinali.
Roberta Ranieri
Riferimenti:
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