Infezioni da CPE: Apocalisse degli antibiotici?

La diffusione di batteri resistenti agli antibiotici rappresenta un problema in continua crescita per la sanità pubblica e per la comunità tutta, rendendo sempre più problematica la terapia di molte infezioni, in particolar modo quelle nosocomiali.

Screening di laboratorio hanno confermato la crescente diffusione di batteri gram-negativi  Enterobacteriaceae che sviluppano resistenza ai carbapenemi (es: imipenem e meropenem), antibiotici con struttura ad anello β-lattamico, ad ampio spettro di azione e ritenuti “l’extrema ratio” per la cura di infezioni causate da batteri multi-resistenti.

Quando parliamo di farmaco-resistenza batterica, intendiamo un carattere geneticamente determinato che rende i microrganismi immuni all’azione degli antibiotici. Questo fenomeno è causato da alterazioni extracromosomiche innescate dai così detti fattori di resistenza(fattore R), definiti anche plasmidi R, i quali, trasferendosi da un organismo all’altro, trasportano geni che  codificano proteine in grado di inibire l’azione degli antibiotici.

Nel caso degli Enterobatteri il fenomeno della farmaco-resistenza è riconducibile alla capacità che questi microrganismi hanno di produrre carbapenemasi, enzimi della famiglia delle β-lattamasi in grado di inattivare la maggior parte degli antibiotici β-lattamici esistenti, incluso i carbapenemi.

Negli ultimi 10 anni si è verificato un incremento di CPE (Carbapenemase producing Enterobacteriaceae) in tutto il mondo, con ceppi di diffusione maggiore negli U.S.A., Israele e Colombia. A rivelarlo è L’OMS che, durante il 1° rapporto globale sulla resistenza antimicrobica (AMR), ha ribadito la necessità di una rete sinergica che coordini a livello globale il monitoraggio delle antibiotico-resistenze e la condivisione dei dati.

In Europa,i dati sull’andamento dell’antibiotico resistenza ai carbapenemi sono riportati ogni anno attraverso la rete EARS-Net (European Antimicrobical Resistance Surveillance Network).

I dati forniti da I.S.S. e EARS-Net ci rivelano che, a livello ospedaliero, la specie maggiormente interessata a fenomeni di resistenza ai carbapenemi è Klebsiella pneumoniae, con valori che si attestano sul 29% degli isolati da batteriemia. Dati significativi sono stati descritti anche in altre specie di Enterobatteri come: Escherichia coli, Serratia marcescens, Citrobacter spp. ed Enterobacter spp.

Klebsiella pneumoniae
Klebsiella pneumoniae

Nel nostro paese si è registrato un trend drammatico nell’ultimo decennio con 1,3% dei ceppi di K. pneumoniae isolati nel 2009, fino ad arrivare al 26,7% solo nel 2011. Le misure di controllo efficaci sono suggerite dal Ministero della Salute tramite linee guida internazionali che suggeriscono: l’identificazione tempestiva dei pazienti infetti attraverso screening batteriologico, sorveglianza ed isolamento dei pazienti colonizzati, e l’utilizzo da parte degli operatori sanitari di dispositivi di sicurezza individuali per la gestione dei suddetti pazienti.

Dott. Andreucci Marco

Bibliografia

  • Linee  guida Ministero della salute  26/02/2013-circolare “Sorveglianza e controllo infezioni CPE”
  • L.M. Prescott, J.P. Harley, D.A. Klein, Microbiologia, McGraw-Hill, 2006

Sitografia

  • “Antibiotic resistance sweeping developing world” Nature 509,141–142 (08 May 2014)
Foto dell'autore

Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino e scrivo per Microbiologia Italia. Mi sono laureato a Messina in Biologia con il massimo dei voti ed attualmente lavoro come microbiologo in un laboratorio scientifico. Amo scrivere articoli inerenti alla salute, medicina, scienza, nutrizione e tanto altro.

Lascia un commento