Introduzione
Oggi è risaputo che solo la specie di Homo è sopravvissuta al di fuori dell’ambito africano, speciandosi in seguito tra erectus, ergaster, heidelbergensis, neanderthalensis, denisovano, sapiens.
Durante la prima grande diaspora umana in Africa l’Homo ergaster oltrepassava la soglia africana dirigendosi verso il Medio Oriente, in Asia ed Europa. Ma in Africa ancora vi erano altri generi di hominini quali: Parantrophus boisei, Australophitecus sediba.
Dunque, come mai solo l’Homo ha effettuato questo grande passo?
La speciazione dell’Homo: il tutto è partito dalla dieta
3 milioni di anni fa, in Africa, si riscontra una coesistenza di varie specie ominine ma molto diverse tra di loro. Il Parantrophus boisei difatti, viene chiamato anche “Australopitecina robusta” poiché mostra una morfologia ossea molto più robusta rispetto all’Australophitecus sediba e all’Homo rudolfhensis e habilis.
Ha un cranio con ossatura molto resistente e presenta anche una cresta sagittale che lo differenzia subito dalle altre specie.
Tale cresta è data dalla convergenza dei muscoli mascellari e mandibolari, dando certezza così un apparato masticatorio molto potente e soprattutto specializzato.
Il P. boisei infatti, aveva una dieta coriacea, ossia si cibava principalmente di semi, tuberi e noci.
Uno studio sui denti di diversi individui di hominini, tra cui alcuni della specie P. boisei, mostrano evidenze di δ⁴⁴/⁴² Ca⁵ legate proprio a questa dieta ben definita. Questi isotopi stabili del calcio dei denti, fanno comprendere ai paleontologi quali fossero i cibi più consumati dagli individui studiati.
La chiave della variabilità
A differenza della specie sopracitata, l’Homo non aveva una dieta specifica. Aveva dei denti non troppo specifici per un cibo specifico e fu proprio questa non specializzazione ad essere stata la chiave della fuori uscita dall’Africa. Non avendo avuto un “cibo preferito” riuscì ad ambientarsi ovunque e a qualsiasi cibo.
L’industria litica per la speciazione dell’Homo
Altro dato importante fu l’innovazione dell’industria litica, che abbiamo la certezza già con l’Homo habilis e rudolfhensis. E’ risaputo che venisse attuata una tecnica di scheggiatura funzionale ben congeniata e ripetuta, insegnata.
L’industria litica diventa una tecnica specifica per la costruzione di oggetti utili per la rimozione di pelli animali e per la scheggiatura delle ossa, in modo da poter reperire il midollo al suo interno come nutrizione. Così, anche la caccia (per lo più passiva, dunque carognaggio) inizia a diventare una pratica più usuale.
Tutte queste innovazioni hanno portato poi l’Homo ergaster ad essere il primo ominide a fare il passo fuori dall’Africa a circa 3 milioni di anni fa.