Giornata mondiale contro il Papilloma Virus

Il 4 marzo si celebra la giornata mondiale contro il Papilloma virus, detta anche HPV Awareness Day. Istituita nel 2018 dall’IPVS (International Papilloma Virus Society), è un’occasione per sensibilizzare ed incentivare alla prevenzione delle forme tumorali correlate al virus. Il virus HPV infatti è responsabile di gran parte dei tumori della cervice uterina, nonché di altri tumori dell’area genitale e dell’orofaringe.

Papilloma virus, cervicocarcinoma e non solo

Alla famiglia del Papilloma virus umano appartengono più di cento varietà diverse di virus. Nella stragrande maggioranza dei casi, i virus HPV causano lesioni benigne come condilomi che interessano le mucose genitali e orali e le verruche. Una piccola parte di essi invece, se non adeguatamente trattata, può evolvere nella forma oncogena, causando il più delle volte il tumore al collo dell’utero o della cervice uterina. Esso è infatti il primo tumore ad essere stato riconosciuto totalmente riconducibile ad un’infezione secondo l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS).

Nonostante il cancro alla cervice uterina sia una delle forme di cancro tra le più prevenibili, è stato stimato che nel 2020 circa 604.000 donne in tutto il mondo hanno ricevuto questa diagnosi e 342.000 sono morte di questa malattia. Inoltre, circa il 90% di queste morti sono avvenute in Paesi a basso e medio reddito [Fonte: IARC]. Per questo è molto importante informare e fare prevenzione.

Il cancro alla cervice uterina è solo uno dei vari tipi di cancro che si possono contrarre con il papilloma virus
Figura 1 – Il cancro alla cervice uterina è solo la punta dell’iceberg. [Fonte: https://www.cdc.gov/hpv/hcp/protecting-patients.html]

Lo scopo della Giornata mondiale contro il Papilloma virus che si celebra il 4 marzo di ogni anno è proprio questo, ma anche ricordare che il cancro alla cervice uterina è solo uno dei tanti che si può contrarre tramite il Papilloma virus.

Esso è infatti in grado di provocare anche carcinomi a livello della vagina e della vulva, nonché a livello anale e, in maniera minore, al cavo orale.

Fattori di rischio

Nella Giornata mondiale contro il Papilloma virus ricordiamo quelli che sono i principali fattori di rischio di contrarre il virus. Primi fra tutti vi sono rapporti sessuali non protetti, in quanto il contagio avviene tramite contatto con mucose o cute. L’utilizzo del preservativo riduce il rischio di infezione, ma non lo annulla, poiché il contagio potrebbe avvenire tramite le parti non coperte dal profilattico.

Cambiare partner spesso e non utilizzare le protezioni durante i rapporti sessuali costituiscono i principali fattori di rischio, ai quali si aggiungono la condizione di immunodepressione e la co-infezione da parte del virus HIV.

In generale, adottare comportamenti che possano prevenire condizioni di stress e quindi una compromissione del sistema immunitario sono da incoraggiare. Non fumare, come anche evitare l’uso di alcol e droghe, adottare uno stile alimentare sano e fare attività fisica, possono offrire una buona base affinché si possa controllare più efficacemente un’infezione da Papilloma virus e farla perdurare il meno possibile nell’organismo, oltre a prevenire molte altre malattie.

L’importanza della prevenzione

Il vaccino

Come si ricorda ogni anno nella Giornata mondiale contro il Papilloma virus, il primo modo per poter prevenire il rischio di sviluppare un cancro associato al virus HPV è la vaccinazione. Già raccomandati agli adolescenti tra i 12 e i 14 anni, i vaccini non sono solo per le ragazze, ma anche i ragazzi devono essere vaccinati. Questo non solo per evitare che anch’essi possano contrarre tipologie di cancro associati a quest’infezione, ma anche per limitare ulteriormente il contagio.

Il vaccino non comporta vincoli legati all’età. Nel caso non ci si sia vaccinati da adolescenti, prima dell’inizio dell’attività sessuale, è possibile comunque vaccinarsi anche successivamente. In ogni caso si avranno dei vantaggi non solo per il rafforzamento del sistema immunitario contro il virus, ma anche come forma di protezione e prevenzione verso numerosi tipi di tumore.

Infatti, per molti tipi di cancro correlati all’infezione da Papilloma virus non esistono esami di screening specifici. Per questo si stima che la vaccinazione potrebbe prevenire lo sviluppo di circa il 90% dei tumori causati dal virus.

La seconda modalità di prevenzione consiste negli esami di screening, tramite Pap test e Hpv test.

Il Pap test

Tecnica di esecuzione del Pap test per la diagnosi del Papilloma virus
Figura 2 – Tecnica di esecuzione del Pap test. [Fonte: https://www.gastroepato.it/]

La modalità di esecuzione del Pap test consiste nel prelevare un campione di secrezioni dal collo dell’utero. Durante la visita ginecologica, mediante l’utilizzo dello speculum, si dilata il condotto vaginale in modo da poter effettuare il prelievo con uno spazzolino. Successivamente, il campione è disposto su un vetrino e analizzato.

Questo esame è eseguito ogni 3 anni nelle donne di età successiva ai 25 anni. Diviene invece un test complementare nelle donne sopra i 30 anni, solo dopo esito positivo dell’Hpv test.

Alcune accortezze da adottare per l’esecuzione del Pap test: per una raccolta del campione ottimale, il Pap test non deve essere eseguito durante le mestruazioni, ma almeno 5 giorni prima o dopo. Inoltre, non bisogna avere rapporti sessuali nelle 24 ore precedenti.

Hpv-DNA test

Tampone per l'Hpv-DNA test
Figura 3 – Tampone per l’Hpv-DNA test. [Fonte: https://www.fondazioneveronesi.it/]

L’esame Hpv test o Hpv DNA test, serve per identificare la presenza del Papilloma virus, prima ancora che le cellule del collo dell’utero subiscano modificazioni ad opera del virus visibili al Pap test. Esso è effettuato con la stessa modalità del Pap test e permette di identificare donne ad alto rischio di sviluppare il cancro alla cervice uterina. Il fatto che la donna possa risultare positiva non significa necessariamente che svilupperà un cancro successivamente. La presenza del virus è infatti una condizione necessaria ma non sufficiente affinché ciò avvenga, e questo test permette di poter identificare i soggetti a rischio in modo tale da poter effettuare controlli più frequenti.

A differenza del Pap Test, l’Hpv test può essere eseguito ogni 5 anni in donne a partire dai 30 anni di età fino ai 65. Infatti, prima di quest’età le infezioni da Papilloma virus raramente si evolvono in tumore, nella maggior parte dei casi regrediscono spontaneamente.

Alcuni accorgimenti da adottare prima di effettuare l’esame sono quelli di non usare lavande vaginali, deodoranti intimi e creme di nessun tipo; astenersi dai rapporti sessuali almeno due giorni prima del test e non effettuare l’esame durante il ciclo mestruale.

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Roberta Maria Serra

Futura biologa, nutro un forte interesse per temi quali la salute e la prevenzione, di cui scrivo e curo una rubrica social per Microbiologia Italia. Altre mie passioni riguardano l’astronomia, la bioinformatica, la biostatistica e la ricerca clinica. Ritengo che saper comunicare argomenti di carattere scientifico con chiarezza e rigore sia importantissimo, soprattutto nel periodo in cui viviamo.