Hantavirus e sindrome polmonare acuta

Negli ultimi anni è stato registrato un aumento di nuove malattie infettive. Questo è dovuto ad alcuni agenti eziologici, spesso varianti delle specie di microrganismi conosciuti: sono i cosiddetti “agenti patogeni emergenti“. Questo è il caso di Hantavirus, della famiglia dei Bunyaviridae, così chiamato in quanto i primi casi riconosciuti si localizzano sulle rive del fiume Hantang, in Corea, nel 1951.

Agli Hantavirus appartengono il Hantaan (HTN), il Puumala (PUU), il Seoul (SEO), il Prospect Hill (PH) e le specie Dobrava. Essi producono nel paziente grave febbre emorragica con sindrome renale (HFRS) e sono responsabili di circa 100.000 casi, localizzati principalmente in Asia, ma anche in Europa e in America.

In America, in particolare, è stata riscontrata una nuova specie di Hantavirus, inizialmente chiamati virus “Sin Nombre” oggi conosciuta come Four Corners Hantavirus (FC).  Questi virus hanno una forma ovale o sferica di circa 80-120 nm di diametro e presentano un involucro, o capside, elicoidale il cui genoma è a singolo filamento di RNA a polarità negativa. Dopo l’adesione, il virus si replica nel citoplasma delle cellule infette e si verifica la trascrizione con sintesi delle proteine a RNA. Queste sono poi dirette verso il reticolo endoplasmatico rugoso dove avviene l’incapsidazione per poi procedere all’infestazione dell’ospite.

Hantavirus è un virus suscettibile a molti disinfettanti e detergenti domestici, compresi le soluzioni diluite di ipoclorito di sodio e di alcool etilico 70%. Il virus è labile alle radiazioni UV che provocano una rapida inattivazione anche successivamente all’esposizione al sole. Esso viene inattivato a temperature superiori a 37 ° C, mentre è stabile a 4 ° C per 12 ore e risulta labile anche in condizioni di estremo pH ed elevate concentrazioni saline.

I pazienti affetti da questo virus accusano la sindrome polmonare da Hantavirus (HPS), una malattia respiratoria grave e talvolta anche fatale. Il virus non si trasmette da persona a persona, ma la trasmissione avviene attraverso il contatto con roditori infetti. I primi sintomi includono stanchezza, febbre e dolori muscolari. Si possono osservare anche mal di testa, vertigini, brividi e problemi addominali, come nausea, vomito, diarrea e dolore addominale. Quattro o dieci giorni dopo la fase iniziale della malattia si manifestano i sintomi ritardati di HPS. Questi includono tosse e respiro pesante e ritardato, soffocante, come i polmoni si riempiono di fluido.

Non esiste un trattamento, una cura o un vaccino specifico per l’infezione da Hantavirus. L’intervento tempestivo e il trattamento del paziente in terapia intensiva aumenta le probabilità di sopravvivenza. Bisogna tuttavia educare alla prevenzione soprattutto nelle zone più soggette a rischio di infestazione di topi.

Fonte: Centers for Disease Control and Prevention, “Hantavirus diagnosis & Treatment” (2012)

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Francesco Centorrino

Sono Francesco Centorrino e scrivo per Microbiologia Italia. Mi sono laureato a Messina in Biologia con il massimo dei voti ed attualmente lavoro come microbiologo in un laboratorio scientifico. Amo scrivere articoli inerenti alla salute, medicina, scienza, nutrizione e tanto altro.

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